venerdì 27 marzo 2015

Condizione : Poesia?

Quando si arriva a istituire una giornata, persino internazionale, in riferimento a un che di esistente, cosa o persona o animale o attività, allora significa che quell'entità esiste, ma si trova in condizione precaria o perfino a rischio di estinzione.E' questo, secondo me, il caso della poesia.
Qualcuno, fatto forte dall'ascolto di innumerevoli reading pubblici di testi poetici, potrebbe asserire che io mi sbagli o non sappia che cosa sia poesia. Probabilmente non so davvero che cosa sia. So che in effetti si producono molti testi che esaltano, enfatizzano sentimenti, affetti, emozioni, visioni, paesaggi interiori ed esteriori, con frasi ricchissime di aggettivi encomiastici nei confronti dell'oggetto o della situazione cui si vuole alludere o che si vuole descrivere, tal che, se io per un certo spazio di tempo potessi liberarmi dai pregiudizi acquisiti con la mia esperienza, potessi dimenticare ciò che quotidianamente vedo e tocco e da cui più spesso mi ritraggo ferita e irritata, se avessi una percezione vergine come se provenissi da un altro universo, penserei che gli umani sono in maggioranza poeti, ossia enti fatti di gas leggeri, ma in continuo sobbollimento emotivo, profumati di essenze speciali e rare, appassionatamente felici dei loro impeti o, all'opposto, delicatissimamente infelici per la loro indicibile mitezza o perché l'altezza dei desideri e appetiti della loro anima, sempre squisiti, in ricerca spasmodica di cose eccelse, tuttavia dissimulate nella semplicità del quotidiano, li costringesse a un'eterna tensione dello spirito. Penserei che dimorano in luoghi paradisiaci, emancipati da ogni lordura,  tali che la loro parola sonora, nel suo scaturire dall'anima, restituisca l'immediata bellezza/bontà essenziale degli oggetti (sentimenti, paesaggi fisici e interiori) del loro dire/verseggiare, così come immaginano che siano; e che tutto ciò manifesti ai lettori/spettatori,  come in uno speciale e magico proscenio, il fulgore dell'anima poetante. Estasi della contemplazione! 
Ecco che allora il mio desiderio corre all'indietro, oppure si mette a rivoltare altrettanto spasmodicamente i tappeti, le falde, i cassetti, le scansie  e persino i ripostigli dell'appartamento letterario, alla ricerca di un reperto trascurato, magari derubricato dai piani alti del senso levigato (e forse anche troppo liso),  di alcunché dimenticato sotto la pila degli scarti, degli oggetti irrimediabilmente danneggiati dalle pedate trascendenti o dai denti del realismo malsano o dalla beffa incandescente che scompiglia gli alfabeti e non vuole dire niente.  O sì? 

Nota Questa nota precede cronologicamente, ma anche logicamente, la "Canzonetta" di Aldo Palazzeschi

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