sabato 30 novembre 2019

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Tempesta - Poesia di Eugenio Montale

Con un suono di corno
il vento arrivò, scosse l’erba;
un verde brivido diaccio
così sinistro passò nel caldo
che sbarrammo le porte e le finestre
quasi entrasse uno spettro di smeraldo;
e fu certo l’elettrico
segnale del Giudizio.
Una bizzarra turba d’ansimanti
alberi, siepi alla deriva
e case in fuga nei fiumi
è ciò che videro i vivi.
Tocchi del campanile desolato
mulinavano le ultime nuove.
Quanto può giungere,
quanto può andarsene,
in un mondo che non si muove!


Noticina – Preziosa come un vaticinio, gelida e tagliente
come una gemma di cristallo. La dedico a me e a tutti gli  Italiani, alacremente impegnati con il fango.
E al sole, che li sbeffeggia dal cielo e dall’acqua  in turbamento, oppongono sonnambuli  la fiamma del pollice acceso sulla fede di
abitare il bel paese.

giovedì 28 novembre 2019

Tempesta - Poesia di Eugenio Montale




 Con un suono di corno
il vento arrivò, scosse l’erba;
un verde brivido diaccio
così sinistro passò nel caldo
che sbarrammo le porte e le finestre
quasi entrasse uno spettro di smeraldo;
e fu certo l’elettrico
segnale del Giudizio.
Una bizzarra turba d’ansimanti
alberi, siepi alla deriva
e case in fuga nei fiumi
è ciò che videro i vivi.
Tocchi del campanile desolato
mulinavano le ultime nuove.
Quanto può giungere,
quanto può andarsene,
in un mondo che non si muove!




Noticina – Preziosa come un vaticinio, gelida e tagliente come una gemma di cristallo. La dedico a me e a tutti gli  Italiani, alacremente impegnati con il fango. E al sole, che li sbeffeggia dal cielo e dall’acqua  in turbamento, oppongono sonnambuli  la fiamma del pollice acceso sulla fede di abitare il bel paese. Eugenio Montale era ligure!