sabato 10 dicembre 2022

Lei andava - inedita di Bianca Mannu

 



Lei andava – un petalo bianco

nel vento –

aleggiava sbandando - il cuore

in fermento –

nel sole – all’incontro

della sua primavera.

 

Dal calamo casto disciolta -

smarriva

turgore e profumo -  sconvolta

annusava

nell’aria l’autunno -

intriso di cenere e fumo.




Noticina- Ringrazio di cuore Pinterest

per questo prelievo. (bm) 








MUSICA CLASSICA - Il meglio

martedì 20 settembre 2022

IL DIO TRAVICELLO - inedita di Bianca Mannu



Il chiasso del mondo e della gente
(usiamo lamentare) ci avvolge e ci distrae -
eppure proprio noi - che siamo la sorgente -
per comodo egoismo le assegniamo
una Fonte – di natura e meriti divini -
da cui scaturiscono i differenti destini  
della colorata e varia umanità.

Qualche soggetto s'affaccia
alla pupilla del suo dio contando
un po’ sulla propiziazione accorta
accumulata dai suoi avi
per aver infierito meno sugli schiavi
ed ora completa in moneta la sostanza
per avere in terra e in cielo
la certezza d’abitare un'alta stanza.

La sorte si prospetta ancora buona –
avendo esperito agio e salvazione - 
alla categoria dei benpensanti
agiati che si reputa innocente
ed è convinta che il buon dio –
fermo e paziente sulla soglia dell’estuario
l’aspetti sorridente e persino un po' gregario.
Accenna ad arretrare un po’ negli alti Elisi
per accordare altri svaghi secolari
all'uomo tale - diciamo non probo
ma all'apparenza moderato -
regalandogli altra scorta di buon fiato.

I pochi malpensanti – per davvero 
pochi onestamente dichiarati – 
fanno a buon diritto patti con i diavoli - 
anche patti capestro per i diavoli indigenti -
ma a fini pedagogici ... diciamoli innocenti

Ben altri accordi fanno con entità eminenti 
con cui concertano porzioni e stili di potere 
in raffinate sale d’ipogei pressurizzati 
in elisi terracquei d’incenso profumati.
Per le diavolerie di serie 
basta la luce del sole 
le terrene risorse e gli umani sudori.
 
A strangolare “i costi del lavoro” – 
travestimento anodino del mostruoso 
scarto tra le classi - e “dare ossigeno all’economia” 
 – privatissima accumulazione -  
lavora anonimamente la Concorrenza 
che risulta efficacissima nel limitare 
il tempo della vita alle misere persone.

Molte  isolate – altre  in groviglio                                 
s’assiepano anzitempo alla divina Foce -
trovandosi svuotate del gheriglio
vanno esibendo i rinsecchiti gusci
della consunta primigenia noce …
Per un dio solo? Esorbitante numero di bucce!

Meglio di ogni dio lavorano i marosi - 
Con più efficacia estrattiva opera 
la virtù schiavistica di paramafiosi -
businessman camerati di Soloni 
addetti  al compito di pareggiare 
il saldo dell’occulta ottima resa 
con l’imprescindibile logica d’impresa.
                                       
Avviene anche così – il passo pare lieve - 
che di coloro deputati a vita breve 
non si pensa poi un gran bene – 
anzi si pensa abbiano anima da iene: 
non tutti – no! - ma più d’uno certamente  
per rabbia accenderebbe – come niente – 
un falò di frasche – a scoppiettare ardente - 
per friggervi sopra senza rimorsi e in fretta 
il più meschino  dei tanti concorrenti.

Così colui che sulla fiaba dell’accesso ai cieli 
ci aveva posato un poco la  berretta – 
con la sola ostilità del  fraterno sentimento
non si guadagna l’eternità d’inferno - 
avendola già vissuta sulla terra  -
ma si gioca il placebo divino immantinente
avendolo  appena scorto come espressione 
di rassicurante e collusivo compatimento.

Noticina di B.M. 

È pleonastico sottolineare la citazione di "Il Re Travicello" di Giuseppe Giusti . Ma è lontano il mio genere di sguardo. Sì, guardando alla politica, abbiamo avuto in questo quarto di secolo XXI, diversi re travicelli, talvolta acclamati in "libere" elezioni, talaltra "imposti" dall'assetto ricattatorio dei poteri mondiali, nei quali volenti o no siamo implicati. Altra volta l'arrivo di una specie di re travicello appare casuale solo perché gli intrecci sono molteplici e la confusione massima, dovuta all'intrecciarsi di problemi socio-politici non affrontati. Allora il re travicello di turno è la rappresentazione totemica delle complicazioni reali e dello stato di angoscia diffuso che ne deriva. Lodi e atti di culto precedono la prova. Gli esiti sono sempre fallimentari o deleteri. La scoordinazione bottegaiola di diversi partiti e le loro categorie obsolete dissimulano i guadagni dei profittatori, sostenitori coperti degli stessi. Nel frenetico movimento che agita poteri e moltitudini, ciascuno tenta di assicurarsi, non un senso, ma scappatoie per chiudere in qualche modo il giorno d'ogni giorno, nel palpabile smarrimento di ogni senso sociale e d'ogni volizione etica scevra da ipocrisia. Questa viene maneggiata come un vantaggioso passepartout, persino verso l'Ente presunto divino (per chi se lo raffigura), il quale  nell'immagine comune risulta colluso o corruttibile.

                








































 

giovedì 1 settembre 2022

Musetto rosa confetto - inedita di Bianca Mannu


 


Questa è la foto di Musetto.








Di settembre a fine mese

con il sole alto nel ciel
sulla piazza del paese
toh un micino grande così … (come un pollice)

Nella mano lo teneva
una vecchia in bigodì,
che per niente lo donava …
Ecco, magari a questa qui!

Mi dispiace - disse dama –
voglio un uomo notte e dì!
A gemella sopraggiunta
lo propose lì per lì.

Per lui chiese un buon lettino
ed un pasto a mezzodì.
Chiuso in seno, la maghella
solo in casa spacchettò.

 Ma lui pianse a più non posso:
- Voglio un fosso, voglio un fosso
per buttarmici e morir!
- Col  musetto da confetto
e i guantini da paggetto?-
Tu felice vivrai qui!

 Pur spiacente fino all’osso –
lei lo inonda col suo amor.
Con carezze e chicche lesse
lo consola un minutin.

Lui non sa di certe messe:
soffia e graffia la nonnì.
- Non importa, ti perdono!-

disse lei convinta, sì.
Dopo il pasto caldo e buono,
mi vorrai per la tua “vie”!

 Lui negava: no che no.
Lei a ribattere che sì …
Su quel sì della vecchina
è la storia a continuar!

 E procede  a fasi alterne:
suo durar sembra … fatal!

Noticina- E' possibile, mentre il mondo va quasi a fuoco e i più seri sembrano prendere gusto all'orrendo e folle giuoco  della guerra (a chi mostrare poi il lurido straccio delle vittorie?), che tu, B.M., vecchia di quattro ventenni che mai  furono umani e pacifici, impieghi il tuo poco tempo a rievocare l'inizio della tua storia col tuo gatto, articolando i versi sui ritmi della  marcia di Kurt Weill nel L'opera da tre soldi dello scrittore comunista tedesco Bertolt Brecht? Mi sono divertita a cantare, magari stonando.  Sì, è possibile e me lo merito, avendo dato e poco preso. Del resto la reazione verso il ricupero di una tranquilla e paziente animalità, può dire ancora qualcosa a questo mondaccio tronfio, che ritrova la faccia tosta di inchinarsi davanti a un nemico dichiarato e perseguito, il comunista sconfitto Gorbaciov, dopo averlo irriso e condannato a condividere l'irrilevanza tragica e temporanea del suo paese. Forse Gorbaciov ha voluto scommettere (era un ingenuo, uno sciocco?)sulla possibilità d'un'etica alta che gli attuali celebratori non meritavano e non meritano. 

domenica 21 agosto 2022

amo il maestrale - versi inediti di Bianca Mannu


                                                                 








                                                                     e amo il maestrale

quando involve il vespro viola

e da quel lontano sito

prende fiato di mare

e rotolando per le plaghe

d’erbe morte e sassi

arriva a me – amorosa spiona –

stridendo allegro e sfrontato -

tra le stecche delle mie persiane

 

ancor più lo godo

quando tutti pori mi spalanca

per penetrarmi di sé

e cacciarne i fumi caldi

accaniti sulle mie più interne foglie

affiochite da una sete incapace

di valersi d’un’acqua

subitamente malevolmente

 calda e d’altri eccessi infetta     

 

tanto l’amo

e non gli ascrivo a colpa

i suoi impazziti soffi

sui più pazzi fuochi

bestialmente umani

 

e tanto l’amo

che sotto la sua danza indocile

- incurante sonno –

docilmente m’abbandono.


 











                                              👀 Ringrazio per queste splendide immagini (b.m.)

domenica 14 agosto 2022

Flussi icone illusioni - inedita di Bianca Mannu

 Preambolino - Che cos'è? -si chiederà qualcuno già annoiato dopo le prime righe. Ciascuno decida per sé quel che si aspetta, vede o nega. Niente immagini. Intraducibilità iconica, per quel che mi riguarda. Sono il mio sguardo e il mio idioma a pesca in questo nostro "fumo". Questo sarebbe stato il titolo riassuntivo, ma poteva sembrare parola inadeguata.(B. M.)


Flussi icone illusioni  

 

Icona di flussi anonimi  -
il principe della contrada social
abita più mercati –
si vende a like monetizzabili
in siti/bancarelle di materia volatile -
esibisce come fregi
d’etica cutanea i nei
(da noi plurali astutamente camuffati
come insopportabili quando – spontanei –
deformano il liscio nitore
del vagheggiato nostro piglio …)
Li accogliamo  invece come raggi
riflessi dei suoi pregi:
solo così li amiamo su noi 
come emblemi di nobiltà … morale.
                                                                               
La Star del gruppo - in apparente
continuità di flusso e di radianza -
vive il suo ruolo social
in quella lontananza
da cui i devoti si lasciano irraggiare –
vive nel mistico divario
tra intermittenze di comete aliene
e fulvi ardori del suo presunto sprazzo.
E di ciò parendo munifico signore – il muser -
dispensa ai suoi fidenti
come doni cose-non-cose :
cenni - portamenti - entità fumose
in qualità di emissioni semiotiche
d'induzioni pragmatiche
viaggianti - cangianti - effondenti
perciò a rischio costante
d’imprevedibile volatilizzazione:
dipartita mediatica
con trapasso apatico.


(La tragedia e la morte
attraversano in onde corte
solo il privato spazio individuale:
solo lì – anzi qui – tu – influencer - collassi
senza fiamma e tutto solo -
bruciando a luci spente – trapassi). 

Solo lì – anzi qui – tu annerita stella –
senza fiamma tutta sola collassi -
bruciando a luci spente – trapassi.
Ma la rete altre frequenze tesse …
altre – inattese! - allestisce … messe!
E in questo tramutare – di te 
(chi sei mai? – comprato-
venduto- usato come fonte –
trasformato in ponte
per gente senza fronte) - di te
non resta ad indicare un vuoto
né una ninfea né un pallido loto
non la traccia d’una home
con facce divelte
o l’espiantata addome -
assente pure  l’ombra macilenta
d’una vuota cantina spenta.


Ecco – trasfusa tritata e confusa
nella congerie della fisicità
la pretesa traccia di spiritualità -
mentre ritti si sta
sull’apparente morbido crinale
della salute corporale –
ecco l’esperienza evanescente ! 
Di colpo pare perso
l’antico senso sotteso
all’innata propensione alla “supinità”:
come se dormire non avesse
attinenza alcuna col morire
e dunque si fosse destinati
in forma d’indefinibili entità
a un’aerea pellegrina eternità.
Invece siamo densi
( sciocchi e talvolta melensi) -
siamo di quel fango che ha paura
di esaminarsi addosso
e sapere che terra e lacrime
stanno impastati per carne e osso …
Eppure  quando il cielo nostro
sciorina col vento un drappo azzurro
o sballotta un nuvolo buzzurro -
ci pare tale … un precipitar di masso!
E ci pare – provenendo  da Dio –
ultimativo monito di scasso.

 


martedì 26 luglio 2022

Vibrazioni - versi inediti di Bianca Mannu





Vibra di cromo il giallo euclideo

indosso alle scarpate vergini.

Severe fioriture – albini grumi –

vestono gli ulivi di canizie

che il vento – pettinando - depone

sulle zolle già rasate e smosse

dentro recinti riassestati

a scongiuro di fiammifere intenzioni.

Verzicando in silenzio

spiattellano alla precocità

della calura i loro pampini dentati

le vigne in parata sulle zolle -

d’ogni altro stelo ossessivamente ripulite - 

aleggiano come ombrelli

i loro palmi tra le spire

dei cirri e su corimbi neonati

che già cullano umorali eventi.

Immensi e sonoramente atavici

sfilano nel vespro i greggi:

smagrite perché di vello

hanno i pastori denudato le bestie -

lunghi musi penitenti

nel saio assottigliato

color dell’acqua sporca.

Dimessa veste conviene

forse a questa stasi: covato

“en plaine air” il tramenio della fatica

si spinge l’occhio esoso al frutto

che un poco sguscia dall’ambigua

digitalità di Crono e molto oscilla

 sulla stadera indecifrabile di Ade.  

Noticina o piccola premessa di ordine personale - Data la mia età o, forse, la mia noia verso un presente che non si decide a passare per incontrarsi faccia a faccia con una più consapevole logica, ho diradato la mia navigazione in fb e persino la mia attività in questo blog. Però penso e scrivo ancora testardamente. Il luogo dove attualmente risiedo s'impone alla mia riflessione emotiva; questa, incurante della poeticità generalmente praticata, si fa strada verso una parola che vorrebbe essere qualcosa di più elaborato rispetto, sia al pianto nostalgico per un eden perduto, quanto un dire cauto verso il sorriso di chi si esalta compiacendosi di dar voce al bello assoluto. Altresì rivendico la distanza  da  una nota spese o da un promemoria per gli acquisti: cerco di ricuperare la carica simbolica della mitologia per alludere al nostro dramma attuale.  (BM)

venerdì 17 giugno 2022

Metafora per oggidì - Guerra ... purchessia - inedita di Bianca Mannu

 

Hai un cognome strano! –

 è un pretoriano d’oggidì

venuto ad apostrofarmi

da sotto i galloni del kepì

« Ecco …  - ride per allettarmi - 

ecco - una stellina gialla

t’appunto sul pastrano … »

 

Ed io: - Rifiuterei il galano

« Niente di personale – dice -

solo un piccolo segnale

per i distinti da implicare

in questa  - qui o là – semplice

 guerra universale -

impossibile glissare»

 

Sarò merla o gazza?

 - Ora con la stellina finto oro (!) -

e il nome un po’ balzano …

… in quale guerra m’insinuo

con gli attributi di razza?

« Aspetta un semestrino – dice -

ché ti spedisco a Gaza!»

 

Penso:- Con gli occhi a mandorla

e la pelle tinta d’Africa

potrei fingermi creola

ma penserei che la metrica

dell’idioma mio parlato

non corrisponda al fatto

 

Ecco - perciò stesso

sarò statua di gesso

davanti al quesito censorio

del milite littorio

Se fossi come non vorrei e sono

mi darebbero della poco di buono

sarei spinta giù con acribia

in fondo al rione Carestia 

E dopo – se un po’ ci pensi –

dubito che scamperei alla follia

d’esser preda della guerra a pezzi

o della guerra  … purchessia

 

È stato già:

per astratta remissione

nella seconda ventina

del secolo ventesimo -

meno che bambina

sullo scalino dell’ impossibile

privo di proporzione

e di coerenza matematica -

vi sono rimasta statica -

una briciola indefinibile -

un ente trascurabile

inviato per inerzia pulsante

ad arrestarsi sull’ orlo beante

del buco madornale

dell’irragione generale

apertasi nell’anno 1939:

bellicista arrogante!

 

Era greve  - armato

fino all’ultimo dente -

un rullo semovente -

 un’immane mitraglia

caricata per lasciare il niente

ed offrire la Terra alla gentaglia

 

Pure l’orrore procede

per respiri ed apnee:

bisogna che fino alla noia

ce lo raccontiamo – o mondo boia -

con molto suo contorno

il crollo all’inferno ed il ritorno

perché abbia anche senso

l’estremo nostro giorno. 

Noticina -Niente ricorso alle immagini. Bloccare la coazione a ripetere.  Trovare subito la breccia per il ritorno e negare possibilità alle riedizioni : bisogna espungere dal DNA bestiale dell'uomo la soluzione ultimativa e riprogettare il senso della coesistenza orientata alla risoluzione concordata dei conflitti politici e sociali, essendo figli d'una sola madre terra.(BM) 

domenica 22 maggio 2022

Fiaba triste - inedita di Bianca Mannu


 

Una mattina il sole fece l’occhietto

all’uomo con gli stracci e lui non si levò

Col suo più lungo raggio - il sole

frugò tra l’erba dell’aiola:

perché tinto di rosso  vide il sasso.

Con quel rosso il sasso si spiegò.

Arrivarono uomini in divisa:

confusione tanta anziché no.

Al sasso fu data la qualifica di arma:

ma chi nella notte quell’arma sollevò?

Interrogato - il vento rispose “niente so”.

Al sole né quesito né risposta

proprio razionale non sembrò.

Morta – per sé con voce calma

allungando i raggi commentò

 disponendosi a calare …

“Neppure il sole ci sta più con la testa!”

deplorò un brandello di straccio

rimasto a penzolare tra il cespo

di fiori bianchi dell’unico oleandro nano

che dava il suo amaro a una pattuglia d’api.

“La testa ci sta, ma è sbagliata la lettura

del commento: morta  è la verità

ancora prima del colpo di teatro”-

Così pareva che il sole rispondesse.

Ma era l’effetto d’un cirro agitato e scuro

che il vento lanciava sul disco allucinato.

Così fu stabilito e rubricato.

Eppure il guizzo della nuvoletta

con roco accento affiorante dalla pancia

sembrava a pochi umani sentenziare:

“Solo chi ha ben vissuto può morire

e muore vagliandone il perché.

Tanti di noi umani – svuotato il cranio

da ogni accurata riflessione -

tremiamo ad ogni schiocco -

ma morire non possiamo:

da sempre morti siamo!”

 


giovedì 5 maggio 2022

Nientificazione / Soglia e soglie - poesia inedita di Bianca Mannu

 


Nientificazione

 

Sulla soglia d’un paesaggio

fintamente usuale

lievita spettrale

il suo fondo disastrato:

lì mi blocca lo sgomento

per il mio inutile cimento

per la mia onirica insistenza

nel tentare d’afferrare qualche istanza

su cui issarmi in trasparenza

dal mio caos esistenziale

 

Mi sveglio per abitudine ancestrale

sull’incipiente ritorno della luce

che – presumo a caso – cuce e ricuce -

raccolti dal pantano –

alcuni sensi laceri

d’un tempo precristiano

e intrugli di frantumi

in malsicuri barlumi

di cristianesimo nostrano

 

Cerco nell’orcio d’un antico garbuglio

la perdurante sodezza d’una parola d’ordine

che ripristini l’argine all’odierno subbuglio …

E invece mi tremano in disordine

voci straniere e insensate -

nella foresta vergine

di prode scalcagnate

 

Vivendo così dove gli enti

e i quadri del vedere –

parendo fedeli documenti

in date timbri e firme di accreditamenti -

mentono da filibustiere –

assumi per vero ed essenziale

solo il tuo ultimo raschio catarrale


In questa soglia di dormiveglia -

che a tratti mi nega la fede

anche sulla fisicità della soglia

sotto malfermo piede -

incappo nell’esperienza

della massima stranianza

 

Da qui ricade frammisto

di sudore all’umido fluente

oltre l’intimo abisso

questo residuo di niente.






Mininota - Beh, penso non sia necessario nessun commento: che mi riferisca all'oggi mi pare evidente, come risulti lapalissiana la propensione a negare cittadinanza a ogni ideologia minimizzante.(B.M.)