Vibra di cromo il giallo euclideo
indosso alle scarpate vergini.
Severe fioriture – albini grumi –
vestono gli ulivi di canizie
che il vento – pettinando - depone
sulle zolle già rasate e smosse
dentro recinti riassestati
a scongiuro di fiammifere intenzioni.
Verzicando in silenzio
spiattellano alla precocità
della calura i loro pampini dentati
le vigne in parata sulle zolle -
d’ogni altro stelo ossessivamente
ripulite -
aleggiano come ombrelli
i loro palmi tra le spire
dei cirri e su corimbi neonati
che già cullano umorali eventi.
Immensi e sonoramente atavici
sfilano nel vespro i greggi:
smagrite perché di vello
hanno i pastori denudato le bestie -
lunghi musi penitenti
nel saio assottigliato
color dell’acqua sporca.
Dimessa veste conviene
forse a questa stasi: covato
“en plaine air” il tramenio della fatica
si spinge l’occhio esoso al frutto
che un poco sguscia dall’ambigua
digitalità di Crono e molto oscilla
sulla stadera indecifrabile di Ade.
Noticina o piccola premessa di ordine personale - Data la mia età o, forse, la mia noia verso un presente che non si decide a passare per incontrarsi faccia a faccia con una più consapevole logica, ho diradato la mia navigazione in fb e persino la mia attività in questo blog. Però penso e scrivo ancora testardamente. Il luogo dove attualmente risiedo s'impone alla mia riflessione emotiva; questa, incurante della poeticità generalmente praticata, si fa strada verso una parola che vorrebbe essere qualcosa di più elaborato rispetto, sia al pianto nostalgico per un eden perduto, quanto un dire cauto verso il sorriso di chi si esalta compiacendosi di dar voce al bello assoluto. Altresì rivendico la distanza da una nota spese o da un promemoria per gli acquisti: cerco di ricuperare la carica simbolica della mitologia per alludere al nostro dramma attuale. (BM)
Data la mia età o, forse, la mia noia verso un presente che non si decide a passare per incontrarsi faccia a faccia con una più consapevole logica, ho diradato la mia navigazione in fb e persino la mia attività in questo blog. Però penso e scrivo ancora testardamente. Il luogo dove attualmente risiedo s'impone alla mia riflessione emotiva; questa, incurante della poeticità generalmente praticata, si fa strada verso una parola che vorrebbe essere qualcosa di più elaborato rispetto, sia al pianto nostalgico per un eden perduto, quanto un dire cauto verso il sorriso di chi si esalta compiacendosi di dar voce al bello assoluto. Altresì rivendico la distanza da una nota spese o da un promemoria per gli acquisti: cerco di ricuperare la carica simbolica della mitologia per alludere al nostro dramma attuale. (BM)
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