martedì 20 settembre 2022

IL DIO TRAVICELLO - inedita di Bianca Mannu



Il chiasso del mondo e della gente
(usiamo lamentare) ci avvolge e ci distrae -
eppure proprio noi - che siamo la sorgente -
per comodo egoismo le assegniamo
una Fonte – di natura e meriti divini -
da cui scaturiscono i differenti destini  
della colorata e varia umanità.

Qualche soggetto s'affaccia
alla pupilla del suo dio contando
un po’ sulla propiziazione accorta
accumulata dai suoi avi
per aver infierito meno sugli schiavi
ed ora completa in moneta la sostanza
per avere in terra e in cielo
la certezza d’abitare un'alta stanza.

La sorte si prospetta ancora buona –
avendo esperito agio e salvazione - 
alla categoria dei benpensanti
agiati che si reputa innocente
ed è convinta che il buon dio –
fermo e paziente sulla soglia dell’estuario
l’aspetti sorridente e persino un po' gregario.
Accenna ad arretrare un po’ negli alti Elisi
per accordare altri svaghi secolari
all'uomo tale - diciamo non probo
ma all'apparenza moderato -
regalandogli altra scorta di buon fiato.

I pochi malpensanti – per davvero 
pochi onestamente dichiarati – 
fanno a buon diritto patti con i diavoli - 
anche patti capestro per i diavoli indigenti -
ma a fini pedagogici ... diciamoli innocenti

Ben altri accordi fanno con entità eminenti 
con cui concertano porzioni e stili di potere 
in raffinate sale d’ipogei pressurizzati 
in elisi terracquei d’incenso profumati.
Per le diavolerie di serie 
basta la luce del sole 
le terrene risorse e gli umani sudori.
 
A strangolare “i costi del lavoro” – 
travestimento anodino del mostruoso 
scarto tra le classi - e “dare ossigeno all’economia” 
 – privatissima accumulazione -  
lavora anonimamente la Concorrenza 
che risulta efficacissima nel limitare 
il tempo della vita alle misere persone.

Molte  isolate – altre  in groviglio                                 
s’assiepano anzitempo alla divina Foce -
trovandosi svuotate del gheriglio
vanno esibendo i rinsecchiti gusci
della consunta primigenia noce …
Per un dio solo? Esorbitante numero di bucce!

Meglio di ogni dio lavorano i marosi - 
Con più efficacia estrattiva opera 
la virtù schiavistica di paramafiosi -
businessman camerati di Soloni 
addetti  al compito di pareggiare 
il saldo dell’occulta ottima resa 
con l’imprescindibile logica d’impresa.
                                       
Avviene anche così – il passo pare lieve - 
che di coloro deputati a vita breve 
non si pensa poi un gran bene – 
anzi si pensa abbiano anima da iene: 
non tutti – no! - ma più d’uno certamente  
per rabbia accenderebbe – come niente – 
un falò di frasche – a scoppiettare ardente - 
per friggervi sopra senza rimorsi e in fretta 
il più meschino  dei tanti concorrenti.

Così colui che sulla fiaba dell’accesso ai cieli 
ci aveva posato un poco la  berretta – 
con la sola ostilità del  fraterno sentimento
non si guadagna l’eternità d’inferno - 
avendola già vissuta sulla terra  -
ma si gioca il placebo divino immantinente
avendolo  appena scorto come espressione 
di rassicurante e collusivo compatimento.

Noticina di B.M. 

È pleonastico sottolineare la citazione di "Il Re Travicello" di Giuseppe Giusti . Ma è lontano il mio genere di sguardo. Sì, guardando alla politica, abbiamo avuto in questo quarto di secolo XXI, diversi re travicelli, talvolta acclamati in "libere" elezioni, talaltra "imposti" dall'assetto ricattatorio dei poteri mondiali, nei quali volenti o no siamo implicati. Altra volta l'arrivo di una specie di re travicello appare casuale solo perché gli intrecci sono molteplici e la confusione massima, dovuta all'intrecciarsi di problemi socio-politici non affrontati. Allora il re travicello di turno è la rappresentazione totemica delle complicazioni reali e dello stato di angoscia diffuso che ne deriva. Lodi e atti di culto precedono la prova. Gli esiti sono sempre fallimentari o deleteri. La scoordinazione bottegaiola di diversi partiti e le loro categorie obsolete dissimulano i guadagni dei profittatori, sostenitori coperti degli stessi. Nel frenetico movimento che agita poteri e moltitudini, ciascuno tenta di assicurarsi, non un senso, ma scappatoie per chiudere in qualche modo il giorno d'ogni giorno, nel palpabile smarrimento di ogni senso sociale e d'ogni volizione etica scevra da ipocrisia. Questa viene maneggiata come un vantaggioso passepartout, persino verso l'Ente presunto divino (per chi se lo raffigura), il quale  nell'immagine comune risulta colluso o corruttibile.

                








































 

giovedì 1 settembre 2022

Musetto rosa confetto - inedita di Bianca Mannu


 


Questa è la foto di Musetto.








Di settembre a fine mese

con il sole alto nel ciel
sulla piazza del paese
toh un micino grande così … (come un pollice)

Nella mano lo teneva
una vecchia in bigodì,
che per niente lo donava …
Ecco, magari a questa qui!

Mi dispiace - disse dama –
voglio un uomo notte e dì!
A gemella sopraggiunta
lo propose lì per lì.

Per lui chiese un buon lettino
ed un pasto a mezzodì.
Chiuso in seno, la maghella
solo in casa spacchettò.

 Ma lui pianse a più non posso:
- Voglio un fosso, voglio un fosso
per buttarmici e morir!
- Col  musetto da confetto
e i guantini da paggetto?-
Tu felice vivrai qui!

 Pur spiacente fino all’osso –
lei lo inonda col suo amor.
Con carezze e chicche lesse
lo consola un minutin.

Lui non sa di certe messe:
soffia e graffia la nonnì.
- Non importa, ti perdono!-

disse lei convinta, sì.
Dopo il pasto caldo e buono,
mi vorrai per la tua “vie”!

 Lui negava: no che no.
Lei a ribattere che sì …
Su quel sì della vecchina
è la storia a continuar!

 E procede  a fasi alterne:
suo durar sembra … fatal!

Noticina- E' possibile, mentre il mondo va quasi a fuoco e i più seri sembrano prendere gusto all'orrendo e folle giuoco  della guerra (a chi mostrare poi il lurido straccio delle vittorie?), che tu, B.M., vecchia di quattro ventenni che mai  furono umani e pacifici, impieghi il tuo poco tempo a rievocare l'inizio della tua storia col tuo gatto, articolando i versi sui ritmi della  marcia di Kurt Weill nel L'opera da tre soldi dello scrittore comunista tedesco Bertolt Brecht? Mi sono divertita a cantare, magari stonando.  Sì, è possibile e me lo merito, avendo dato e poco preso. Del resto la reazione verso il ricupero di una tranquilla e paziente animalità, può dire ancora qualcosa a questo mondaccio tronfio, che ritrova la faccia tosta di inchinarsi davanti a un nemico dichiarato e perseguito, il comunista sconfitto Gorbaciov, dopo averlo irriso e condannato a condividere l'irrilevanza tragica e temporanea del suo paese. Forse Gorbaciov ha voluto scommettere (era un ingenuo, uno sciocco?)sulla possibilità d'un'etica alta che gli attuali celebratori non meritavano e non meritano.