(usiamo lamentare) ci avvolge e ci distrae -
eppure proprio noi - che siamo la sorgente -
per comodo egoismo le assegniamo
una Fonte – di natura e meriti divini -
da cui scaturiscono i differenti destini
della colorata e varia umanità.
È pleonastico sottolineare la citazione di "Il Re Travicello" di Giuseppe Giusti . Ma è lontano il mio genere di sguardo. Sì, guardando alla politica, abbiamo avuto in questo quarto di secolo XXI, diversi re travicelli, talvolta acclamati in "libere" elezioni, talaltra "imposti" dall'assetto ricattatorio dei poteri mondiali, nei quali volenti o no siamo implicati. Altra volta l'arrivo di una specie di re travicello appare casuale solo perché gli intrecci sono molteplici e la confusione massima, dovuta all'intrecciarsi di problemi socio-politici non affrontati. Allora il re travicello di turno è la rappresentazione totemica delle complicazioni reali e dello stato di angoscia diffuso che ne deriva. Lodi e atti di culto precedono la prova. Gli esiti sono sempre fallimentari o deleteri. La scoordinazione bottegaiola di diversi partiti e le loro categorie obsolete dissimulano i guadagni dei profittatori, sostenitori coperti degli stessi. Nel frenetico movimento che agita poteri e moltitudini, ciascuno tenta di assicurarsi, non un senso, ma scappatoie per chiudere in qualche modo il giorno d'ogni giorno, nel palpabile smarrimento di ogni senso sociale e d'ogni volizione etica scevra da ipocrisia. Questa viene maneggiata come un vantaggioso passepartout, persino verso l'Ente presunto divino (per chi se lo raffigura), il quale nell'immagine comune risulta colluso o corruttibile.
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