sabato 18 aprile 2020

Luis Ferdinand Céline - Bianca Mannu - Parlarsi è possibile dal nucleo di certe esperienze

Sembra una roba da ridere, tanto appare temeraria l'idea che un insetto possa scambiare esperienze con un leone. 
Io l'insetto, Céline il leone, naturalmente. 
Il mio fastidio verso certi atteggiamenti adottati e ribaditi in tempi di Covid 19 mi hanno spinto a leggere una seconda volta e integralmente "Viaggio al termine della notte", capolavoro di questo grandissimo e assai controverso romanziere del XX sec. Dotato di uno spirito critico assai corrosivo, oltre che di genialità e cultura, è capace di condurti, mediante una prosa viva strabiliante, a tali abissi di verità da rimanerne ancora folgorata.
Giunta alla pagina 320, sono stata attratta dalle prime dieci righe. Ferdinand Bardamu medico dei poveri è in nera a causa della morte imminente e fatale del piccolo Bérbert. Trascrivo certi ragionamenti interiori di Bardamu-Céline

:
«Già sei meno contento di lei,della tua giovinezza, ancora non osi confessare pubblicamente che forse non è che quello la tua giovinezza, lo zelo d'invecchiare». 
Basterebbe, il senso c'è tutto. Però l'insistenza racconta il doloroso prurito dell'animo; e io, a costo di mostrarmi ancora più ridicola, voglio che lui ritorni a scontornare la sua ferita. 
«Scopri in tutto il tuo passato ridicolo tante di quelle ridicolaggini, inganni, credulità,che vorresti forse smettere di colpo di essere giovane, aspettare che la giovinezza si distacchi, aspettare che ti sorpassi, vederla andarsene via, allontanarsi, guardare tutta la sua vanità, toccar con mano il suo vuoto, vederla ripassare ancora davanti a te, e poi tu andartene, essere sicuro che se ne è proprio andata la tua giovinezza e in gran tranquillità, per conto suo,tutto suo, ripassare piano piano dall'altra parte del Tempo per guardare davvero com'è che sono la gente e le cose»
Ecco Céline l'ha detto con compiuta insistenza. Mi sono ricordata che anche io, da qualche parte avevo tentato di esprimere lo stesso concetto in una piccola poesia. Ogni volta che essa mi è ricaduta sotto gli occhi, mi sono chiesta perché io avessi un sentimento simile, e avvertivo che quel sentimento della vita mi era insopportabile. E però, benché inserita in una silloge, mi sentivo irrigidire a proporre in lettura la poesia. Mi pareva che non comunicasse nulla, anzi rivelasse una mia radice folle.  

Mordevo …

Mordevo il vento
della vita

per giungere per tempo
alla vecchiaia.

Mordevo il vento
neghittoso

E la pazienza – come acqua –
sfuggiva dalla coppa

delle mani 

mercoledì 8 aprile 2020

LA FATICA DI ESSERE ANZIANO - di Bianca Mannu

Si parla tanto di anziani da proteggere e sostenere … Ma intanto che il virus o la debolezza della protezione decisiva risolvano  o taglino di brutto il problema, bisogna pure che gli anziani soli, non proprio smaliziati nelle operazioni telematiche, possano vivere la vita quotidiana senza dover sostenere ulteriori aggravi angosciosi e lesivi del minimo di autostima. Invece così non è.

Mi spiego : i siti istituzionali, la compagnie telefoniche, bancarie e postali, le assicurative,ecc. dovrebbero essere monitorati circa la loro agibilità effettiva per l’utente di medio/bassa perizia telematica,  per giunta anziano singolo e senza riferimenti familiari prossimi, il quale con tanta buona volontà cerca di avvalersi della tecnologia per sbrigare in proprio l’acquisto di certi servizi irrinunciabili. Tale attenzione socio-politica, che con relativi interventi normativi dovrebbe indurre gran parte delle compagnie di servizio a produrre procedimenti  semplificanti o facilitanti, è oggi  più importante di sempre, perché il distacco personale, ascritto alla pandemia, fa il vuoto intorno all'anziano e lo consegna al brancolamento in un mondo sempre meno comprensibile e maneggiabile. 


Invece succede che questi menzionati siti di servizio al pubblico si comportano come se i loro utili fossero preminenti su tutto e come se tutti gli utenti avessimo la stessa formazione e la stessa scioltezza operativa nel maneggiare tasti e simboli. Alla minima indecisione dell’acquirente (neofita telematico)  il format delle comunicazioni si chiude e rende estremamente difficile, pletorica e gravida di ansia ogni richiesta di informazioni aggiuntive o di rettifica.
Inoltre i formulari sono favorevolmente piegati agli interessi unilaterali di tali enti, specialmente quelli privati e volti al massimo profitto nell’unità di tempo. Si aprono facilissimamente e in modo diretto quando prevedono l’ingresso di nuova clientela, viceversa si chiudono e ostacolano quando la clientela chiede spiegazioni o reclama.
Se interviene qualche intralcio o equivoco, lo sfortunato utente si trova nella micidiale avventura di smarrirsi in un labirinto telefonico di rimandi e depistaggi, da cui  esce sfinito e sconfortato.

Lui/lei? Io,tu? Proprio noi con le rughe e la memoria che non è più vispa. 
Segui il suggerimento di deviazione: entri in rete. Qui i vari Robot (deputati a facilitare – si fa per dire – il rapporto del singolo utente analfabeta e imbranato con tali mitiche e anonime centrali erogatrici d’un qualche servizio) sono quanto di più imbecille si possa immaginare fra le così dette intelligenze artificiali e avere la disgrazia di incontrare. Tu poni un quesito, ma a loro non risulta mai chiaro. Lo riformuli e loro rispondono a pera. 

Ti rivolgi allora alla e-mail del sito e presto ti rendi conto con sconcerto che il tuo quesito non rientra nel format che l’azienda ha predisposto per “accogliere” problemi o reclami. E allora sei persino costretto a mentire (per esempio che hai perso le tue credenziali, mentre le ricordi benissimo) sperando che l'inghippo si dipani. Invece pare di no e allora provi a farcire un quesito canonico con un altro non canonico, il vero, ma basilare e urgente per te. Difficilmente riceverai il segnale che indichi la soluzione del tuo problema. 

 In ogni caso il risultato è sempre,  quanto meno, defatigante e depressivo. Giunto a tale apice, hai le vertigini: il senso di frustrazione e stanchezza è salito tanto in alto, oltre il sopportabile, che stavolta decidi di mollare, di sottometterti come l’innocente alla mannaia, pur di concludere la tortura pagando pure i costi pecuniari aggiuntivi. E ti sembra persino giusto che tu venga punito così!