domenica 4 agosto 2019

Étranges étrangeres = Strani stranieri - poesia di Jacques Prévert








Strani stranieri

Cabili de la Chapelle e dei lungofiumi di Javel
Uomini di paesi lontani
Cavie delle colonie
Dolci piccoli musicanti
Soli adolescenti di porta Italia
Bohémiens di porte Saint-Ouen
Apolidi d’Aubervilliers
inceneritori della grande immondizia della città di Parigi
sbollenta tori delle bestie trovate morte in piedi
nel bel mezzo delle strade
Tunisini di Grenelle
Reclutati debosciati
Manovali disoccupati
Polacchi del Marais di Temple di Rosiers

Ciabattini di Cordova carbonai di Barcellona
pescatori delle Baleari oppure del Finisterre
scampati da Franco
e  deportati di Francia e di Navarra
per avere difeso in ricordo della vostra
la libertà degli altri

Schiavi neri di Fréjus
tormentati ed ammucchiati
ai bordi di un piccolo mare
dove poco vi bagnate

Schiavi neri di Fréjus
che ogni sera evocate
nei locali disciplinari
con una vecchia scatola di sigari
e qualche pezzo di fil di ferro
tutti gli echi dei vostri villaggi
tutti gli uccelli delle vostre foreste
e venite nella capitale
solo per festeggiare a passo cadenzato
la presa della Bastiglia il quattordici luglio

Ragazzi del Senegal
esiliati espatriati e naturalizzati

Ragazzi indocinesi
giocolieri dai coltelli innocenti
che vendevate un tempo ai tavolini fuori dei caffè
graziosi dragoni d’oro fatti di carta piegata

Ragazzi troppo presto cresciuti e così in fretta andati
che dormite oggi di ritorno al paese
col  viso nella terra
e con bombe incendiarie che arano le vostre risaie

Vi è stata restituita
la moneta delle vostre carte dorate
vi sono stati resi
i vostri piccoli coltelli nella schiena

Strani stranieri

Appartenete alla città
appartenete alla sua vita
anche se ci vivete male
anche se morite.


Nota  di B. Mannu
Autore poliedrico del Ventesimo, Prévert fu molto popolare in Italia, più per i suoi film che per i suoi scritti. La sua produzione poetica, imparentata alla fotografia e alla cinematografia, fu  considerata di stampo realistico e affine al neorealismo italiano, allora in auge da noi.
Lasciamo ai critici le collocazioni e i limiti nel parterre storico letterario. La sua fama attuale sembra riguardare principalmente le poesie d’amore, testi d’impatto immediato, canzoni senza tempo. Quando, come da noi, tutto vacilla e promette buriane, l’amore, sia pure letterario, è un ideale ombrello di fuga e di sognante asilo. Specialmente in tempi come il nostro che d’«amor sui» e peste ad altrui si fa gridata professione per voce sola e corali.
Invece rileggendo di Prévert certi testi poetici e realistici, che chiamerei impegnati, trovo intera la forza incisiva, ancora parlante. Oltre un secolo di storia, di migrazioni e di immigrati concentrata in questi versi. E mi domando: è Prévert  che ha scavalcato il suo giorno o il suo giorno sta sopra noi e dura a tramontare? In ogni caso lui è grande ed è presente al giorno, noi piccoli siamo un po’ anche morti.