Strani
stranieri
Uomini di paesi lontani
Cavie delle colonie
Dolci piccoli musicanti
Soli adolescenti di porta Italia
Bohémiens di porte Saint-Ouen
Apolidi d’Aubervilliers
inceneritori della grande immondizia
della città di Parigi
sbollenta tori delle bestie trovate
morte in piedi
nel bel mezzo delle strade
Tunisini di Grenelle
Reclutati debosciati
Manovali disoccupati
Polacchi del Marais di Temple di Rosiers
Ciabattini di Cordova carbonai di Barcellona
pescatori delle Baleari oppure del
Finisterre
scampati da Franco
e
deportati di Francia e di Navarra
per avere difeso in ricordo della vostra
la libertà degli altri
tormentati ed ammucchiati
ai bordi di un piccolo mare
dove poco vi bagnate
Schiavi neri di Fréjus
che ogni sera evocate
nei locali disciplinari
con una vecchia scatola di sigari
e qualche pezzo di fil di ferro
tutti gli echi dei vostri villaggi
tutti gli uccelli delle vostre foreste
e venite nella capitale
solo per festeggiare a passo cadenzato
la presa della Bastiglia il quattordici
luglio
Ragazzi del Senegal
esiliati espatriati e naturalizzati
Ragazzi indocinesi
giocolieri dai coltelli innocenti
che vendevate un tempo ai tavolini fuori
dei caffè
graziosi dragoni d’oro fatti di carta
piegata
Ragazzi troppo presto cresciuti e così
in fretta andati
che dormite oggi di ritorno al paese
col
viso nella terra
e con bombe incendiarie che arano le
vostre risaie
Vi è stata restituita
la moneta delle vostre carte dorate
vi sono stati resi
i vostri piccoli coltelli nella schiena
Strani stranieri
Appartenete alla città
appartenete alla sua vita
anche se ci vivete male
anche se morite.
Nota di B. Mannu
Autore poliedrico del Ventesimo, Prévert
fu molto popolare in Italia, più per i suoi film che per i suoi scritti. La sua
produzione poetica, imparentata alla fotografia e alla cinematografia, fu considerata di stampo realistico e affine al
neorealismo italiano, allora in auge da noi.
Lasciamo ai critici le collocazioni e i
limiti nel parterre storico letterario. La sua fama attuale sembra riguardare
principalmente le poesie d’amore, testi d’impatto immediato, canzoni senza
tempo. Quando, come da noi, tutto vacilla e promette buriane, l’amore, sia pure letterario, è
un ideale ombrello di fuga e di sognante asilo. Specialmente in tempi come il
nostro che d’«amor sui» e peste ad altrui si fa
gridata professione per voce sola e corali.
Invece rileggendo di Prévert certi testi
poetici e realistici, che chiamerei impegnati, trovo intera la forza incisiva,
ancora parlante. Oltre un secolo di storia, di migrazioni e di immigrati concentrata in questi versi. E mi domando: è Prévert
che ha scavalcato il suo giorno o il suo
giorno sta sopra noi e dura a tramontare? In ogni caso lui è grande ed è
presente al giorno, noi piccoli siamo un po’ anche morti.
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