venerdì 28 luglio 2017

L'IMPREVISTO - Poesia della raccolta "Sbalzi di coscienza" di Giuseppa Sicura

L’imprevisto

Esulta l’inflessibile Signora
strofina le dita
e a furor di pancia
presto (dice)
sul piatto della bilancia
il peso della pena
eguaglierà al misfatto
ma … considerato l’atto
(dovuto)
e l’ampia forbice di tempo
(con salto di secolo)
dal popolo pare voglia
l’osanna
con messa cantata e aureola

applausi infiniti si aspetta
medaglie al valore
farà coniare per gli addetti
e a faccia tosta
definisce “imprevisto”
l’insolente gesto
che al danno ha aggiunto
la beffa
un quid illegittimo
(a voce di tutti) figlio
d’ intese e poteri occulti.

Ѐ colma l’iride e la misura
turbinoso il vento
il muro del limite … infranto!

A imperitura vergogna
d’ambo le parti
quel bacio farabutto
sarà in grassetto scritto
tra le pagine della storia

alla gogna … alla gogna Signora!

Nota
Pubblico volentieri sul mio blog questa elegante e misteriosa poesia di G. Sicura, facente parte della raccolta ancora inedita, citata nel titolo.
Poesia misteriosa specialmente in virtù della raffinata costruzione allegorica che si estende per l’intero componimento.
L’allegoria è, come è noto, una figura retorica che espone, attraverso uno o più significati superficiali, dei significati reconditi. In certo senso è simile alla metafora. Ma, mentre questa riguarda un’espressione singola, l’allegoria concerne i traslati di un intero discorso. Inoltre, mentre il significato metaforico può essere colto per via intuitiva o emozionale, l’allegoria richiede un’interpretazione razionale che si fonda su un bagaglio di conoscenze e di raffigurazioni assai elaborato. 
In questo caso ciò che dovrebbe orientare l’inizio dell’interpretazione è il sostantivo personificante Signora, volutamente “maiuscolato” e accompagnato da aggettivo (inflessibile), quindi da verbi e sostantivi che accentuano la personificazione con accenti verbali di autorevolezza (dice,  vuole l’osanna, farà coniare, definisce) che presto diventano pretese autoritarie, al punto che un atto poi definito “imprevisto” , manifestamente “insolente, illegittimo” scaturisce da intese innominabili. Dunque la Signora ha partorito,  per relazione illecita, un figlio imprevisto, il cui padre deve restare ignoto.
Ma a questo punto del discorso, a ben intendere, s’è introdotta di soppiatto un’istanza giudicante che non è la Signora, non è il genitore ignoto,  ma una terza entità che  irrompe con piglio  autoritario, non si qualifica, quasi che non ce ne fosse bisogno, e, come fosse appostata lì da indefinito tempo per osservare e sancire, ha l’audacia di dichiarare come visibile ed esecrabile ciò che, pur essendo stato visto, non si stagliava nel reale come effetto illegittimo e beffardo, quale in effetti è sotto il suo sguardo  di colpo severo. Chi sarà mai questa terza istanza innominata che insiste  pronunciando la sua filippica con una mitragliata di bellissime metafore nell’unica terzina della composizione? E che, sedendo  tra  “le parti” (presumo tra la Signora e il suo oscuro partner), sancisce che il figlio è un “bacio farabutto” , la cui esistenza illegale sarà evidenziata negli annali della storia, a perenne infamia della Signora? Forse è l'onestà.
Lascerei agli eventuali lettori l’identificazione delle varie entità qui allegorizzate, oltre le cui “maschere” o assenze di volto,  potranno riconoscere  entità perverse variamente complici nella gestione criminogena del potere nel mondo attuale e entità collettive sane, a cui sembra non resti altra sorte che quella del dissenso morale rispetto alle infamie, e l’impegno  a  curarne la sanzione negativa negli annali della storia.
Comunque la si pensi, è impossibile non cogliere in questa poesia una vis critica profondamente sofferta, che non intende fotografare  i connotati visibili ed evidenti del mondo reale, piuttosto proporsi come una sua crucciata radiografia.(Bianca Mannu)