Preambolo. Ho dimenticato di scrivere nel post precedente che i versi facenti parte del poemetto Arbeit macht frei di Altana e miei hanno per sottotitolo Apologo in versi. Com'è noto l'apologo è un testo elogiativo rispetto a un soggetto, a persone o idee. Io ho voluto contemporaneamente difendere i lavoratori manuali e intellettuali e ho puntato i miei"strali"sul sistema capitalistico politico e finanziario, che pretende che il mercato, nel quale gli umani non hanno lo stesso peso in termini di libertà di contrattazione e di scambio, regoli tutti gli aspetti della vita lavorativa, sociale e psicologica di tutti.
È ovvio che così facendo esalto, non tanto il marxismo nelle sue espressioni politiche storicamente realizzate, quanto l'analisi scientifica di Marx che, almeno nei suoi elementi di base, ci consente di di avere contezza della ragione per cui risorse e prodotti del lavoro diventano esclusivo appannaggio e strumento di indebito potere dei pochi sui molti espropriati e calpestati.(B.M.)
Dassa de sas oras I
sas oras de trabagliu pro campare
e oras su mantessi pro imparare
fuas de bruglia in falsa creentzia
pro intender sa morte respirare
in oras fatas pro sa suferentzia
e pro su pagu furad'a s'erentzia
de imburghesidu sou aggantzinare.
Oras pro invocare creo astrale
de cussu chelu sempre pius altu
in s'umanu isterriju a cabitale.
Oras pro garantire su resaltu
e biver cunfrontende s'ideale
de pulp'umana de sagrad'iscaltu.
Cunferrer semos de giaru meritu
a birgonzosu famine chi sues
dae chie setzidu subra nues
subra su mascru-femina cuntritu
e in miseru imbarzu chi produes
abbòigos corales cale impitu
sa caina sentetzia de su fritu
prestu as'aer ca in cussa rues!
Oras de un'impreu forsis beru,
pròrogas in biancu a presse tale
e oras de manile disisperu
chepare a fama de chilciu infernale
tra bruturas e murghidas de seru
fintza a nd'aer tremida ferale.
Oras d'ordinzu - diciu de intelletu-
benènnida sa tennica isetada!
sighidu imbentu e contivizada
de noos trastos, sistema perfetu
pro tramunare cun noa pessada
vanas ideas a sensos diletu
paris a cascos cun sulos de letu,
geniales fatores li dant fada
prenende cassas in doradu isetu.
Prejada gioja de ammaju estida
chi nada morta non bogat difetu
ma nemmancu a fizos dat naschida,
ca nobilitat traficu e retzetu
de cantu su trabagliu fruneit vida
e dias narrer fora preju netu.
Ballata
delle ore I
Ore di
lavoro a nascere
ore di
lavoro a crescere
ore di
lavoro a imparare
persino a
scampare
agli
scherzi della cattiva sorte
appostata
in bianco
sul luogo
di lavoro
La tolleri accanto
ne avverti
sul collo
il suo fiato
di morte
Concitate
e a prezzo di saldo
ore
erogate per un pasto caldo
atteso dai
piccoli - favoloso ristoro!
La mensa a
scuola pare utopia
all’avarissima
borghesia
Il tempo
ingenuo dell’uomo mansueto
sognava l’avvento
d’un nuovo miracolo:
un seggio
di vita per tutti
vita per
tutti nel cuore di Dio!
Invece
dall’apice della verticale
si sporge
l’uomo del capitale:
scuce un
discorso e pare un oracolo
con cui abbindolare
minori e imbecilli
Ma
all’antifona «giustizia sociale!»
minaccia con
bile di chiederci il fio
schierandoci
contro la polizia.
Tra
«bittere e battere» s’è fatta sera:
le
ore-lavoro a primavera … in differita
Intanto fatica
e preoccupazione
per offrire
ai figli l’educazione
... Poter
conferire con morale credito
segno di
merito
a ogni
onesto progetto di vita …
Se questo
è sogno - sognalo ancora -
sogna di
te la cosa migliore
Sia dato bando
alla turpe indigenza
che precipita senza aperta ragione
da
un’incurante alta magione
come
peste che al corpo s’avvinghia
cacciandone
l’anima e sua potenza
L’homo
riduce a bestia che ringhia
di
maschio-femmina sua condizione
e altre
eventuali declinazioni
Ne fa
congerie belluina
a
lievitazione di gente Caina
Ore di
lavoro sui frangenti:
proroghe
in bianco di necessità impellenti
Ore di
lavoro manuale
più
simile allo sgobbo infernale
intriso
di sudicio e molle sudore
che muta
da stremo in tristo tremore:
di lavoro anche si muore!
Ore di
lavoro detto intellettuale:
- benvenuta tardo-stimata téchne! -
invenzioni
e inaudite procedure
di nuovi
utensili sistemi e misure
per
trasformare … radici e semi
di cose
vaghe nel pensiero
in cose
fruibili coi sensi
Cose di
cui non puoi più … far senza
Queste - con
ogni sbadiglio e fiato
dei suoi fabbri solerti espropriate -
sono per
legge inviolabili compensi
per l’uomo
del profitto
che il
primigenio ratto
ha per
zelo antico sotterrato
Nei
forzieri: sub specie metallica
ciò
ch’era vita giace ammortata:
la
parentela è stata tranciata
Così
morta e nuova di zecca
lucida e
chiusa nella sua teca
non
vagisce né reclama genitura
non
invecchia né arrugginisce
però
nemmeno partorisce!
Compirà forse
il sublime prodigio
di elevare
- a profitto del magnate -
le mille cose
arraffate
e altre al
di lui fastigio
le quali
- diresti - che per natura
han da star
fuori la mercatura ?
Nota – Mi preme rendere omaggio ad Antonio Altana per la resa stilistica del suo fraseggio. Ho prestato volentieri alla Dassa de sas oras I l’omologa Ballata delle ore I affinché italiani e italianofoni non sardofoni possano seguire i suoi versi. Naturalmente non è possibile una stretta corrispondenza terminologica e metrica e meno ancora quella relativa alle figure simboliche che sono idiomatiche e personali. Inoltre la Ballata ha subito numerosi rimaneggiamenti rispetto alla prima versione considerata da Antonio, che io postai in questo blog circa due anni fa, ancora con le vive tracce della fatica compositiva. Benché già da subito avessi pensato di accorciarla, in realtà nella rielaborazione si è allungata. Ma i concetti delle due sono sostanzialmente omologhi. (B. M.)