martedì 12 settembre 2017

SCONVOLGIMENTI - poemetto tuttora inedito di Bianca Mannu

Nota preliminare - Ripropongo il poemetto già postato su questo blog  il 14 agosto 2015. Trascorsi due anni, è come se il giorno non incontrasse tramonto, e dalla sua notte non potesse risorgere alba nuova, ma solo il replicarsi di un tempo allucinato dentro le sue e nostre insistenti tragedie. Come è possibile non sentirsi chiamati in causa, come è possibile che noi si possa indefinitamente smentire la nostra cecità coprendo il nostro orizzonte percettivo e ricettivo con la paccottiglia delle "cartoline" confezionate con le tinte sguaiate della pubblicità più vieta, convinti di aprirci al respiro della fantasia e della bellezza?  Intanto che voi - e persino io che mi danno l'anima e i sensi per sottrarmi ai falsi incantamenti - andiamo per dubbi anfratti a ripescare parole come gemme di pietra preservate dal solito sciupio, non abbiamo contezza di come ciò che di noi vive morendo le abbandoni... Ed esse siano meno di ... boccheggiamenti!
Sconvolgimenti

Prima ancora che salga
sulla cima dello Zenit
il sole trascina l’equivoca
sua luce - oscura madre d’ombra –
da un meridiano all’altro
incrociando la lama
dei paralleli …perfidi.
Gli sfiati irraggia curvi a suo capriccio
ma cadono incessanti
in mano agli oligarchi  come ore
con mani piedi corpo e mente
da impiegare in proprio
vantaggiosamente.

E il vento - che forse la terra
generò in copula col cielo
e lo inviò in legazione d’atomi
di polveri e di pollini vitali -
ora si avvita sopra luoghi
di malsana negligenza
repentino di nembi e di procelle
spinge i precipiti succhielli
delle borse  sul loro nihil -
quale “cosa del niente”-
venduto e stivato
come massimo valore
in autoproduzione
dentro i campanili-madie
della credenza universale.

E l’acqua all’indietro si solleva
come in una fisica invertita
a maledire furiosa  i malcostrutti
d’ una genia avida e maligna
che al colmo del possesso
ne sciupa l’abbondanza - ne abusa
senza amarla - la costringe chiusa
prigioniera sotto le cantine
o la devia dentro le chiuse
a ruggire in precipizi male calcolati -
ne fa laghi privati e la nega
alle terre e ai popoli assetati
la fa sua complice in latenti
conflitti di tipo coloniale.

A quella di mare comanda di fare
da baluardo contro chi sconfina
e -in caso d’’evenienza-  di giustiziare
in modo anonimo e pulito
intere ciurme di poveri felloni
che per alcuni nostri patrioti
solo reclusi o morti sono buoni.  
Misera acqua - più che sorella – putta -
la più rotta alle faccende sporche
di questa civiltà barbina
che la destina – certo non a caso-
a stemperare - silenti - maligni sversamenti
lungo le sterrate pendici dei monti
a lavaggi frequenti e docce maniacali
di magnati di boss e di vari pescicane
nei vasti bagni di uso personale.

Misera acqua! sembra destinata -
 nel presente - a  liberare
ogni schifezza
da presunti germi
di autentica nettezza.

Ma è in ogni me che sole vento e acqua
formano una miscela ancor più … micidiale
È dentro me che il cielo maledice
la sporca zolla
che mi morde il tempo
e l’umore della vita
E dell’umano dentro me
germina il pavore
 prospera l’infelice acquiescenza
al quotidiano orrore.
    
Ringrazio Diego de Nadai che tempo fa le prestò la sua bella voce su Youtube


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