martedì 26 settembre 2017

ARBEIT MACHT FREI (De Bianca Mannu) Bortada in logudoresu dae Antoni Altana

Preambolo. Ho dimenticato di scrivere nel post precedente che i versi facenti parte del poemetto Arbeit macht frei di Altana e miei hanno per sottotitolo Apologo in versi. Com'è noto l'apologo è un testo elogiativo rispetto a un soggetto, a  persone  o idee. Io ho voluto contemporaneamente difendere i lavoratori manuali e intellettuali e ho puntato i miei"strali"sul sistema capitalistico  politico e finanziario, che pretende che il mercato, nel quale gli umani non hanno lo stesso peso in termini di libertà di contrattazione e di scambio, regoli tutti gli aspetti della vita lavorativa, sociale e psicologica di tutti.
È ovvio che così facendo esalto, non tanto il marxismo nelle sue espressioni politiche storicamente realizzate, quanto l'analisi  scientifica di Marx che, almeno nei suoi elementi di base,  ci consente di di avere contezza della ragione per cui risorse e prodotti del lavoro diventano esclusivo appannaggio e strumento di indebito potere dei pochi sui molti espropriati e calpestati.(B.M.)


Dassa de sas oras I

Sas ora de trabagliu pro naschentzia,
sas oras de trabagliu pro campare
e oras su mantessi pro imparare
fuas de bruglia in falsa creentzia

pro intender sa morte respirare
in oras fatas pro sa suferentzia
e pro su pagu furad'a s'erentzia
de imburghesidu sou aggantzinare.

Oras pro invocare creo astrale
de cussu chelu sempre pius altu
in s'umanu isterriju a cabitale.

Oras pro garantire su resaltu
e biver cunfrontende s'ideale
de pulp'umana de sagrad'iscaltu.

Cunferrer semos de giaru meritu
a birgonzosu famine chi sues
dae chie setzidu subra nues
subra su mascru-femina cuntritu

e in miseru imbarzu chi produes
abbòigos corales cale impitu
sa caina sentetzia de su fritu
prestu as'aer ca in cussa rues!

Oras de un'impreu forsis beru,
pròrogas in biancu a presse tale
e oras de manile disisperu

chepare a fama de chilciu infernale
tra bruturas e murghidas de seru
fintza a nd'aer tremida ferale.

Oras d'ordinzu - diciu de intelletu-
benènnida sa tennica isetada!
sighidu imbentu e contivizada
de noos trastos, sistema perfetu

pro tramunare cun noa pessada
vanas ideas a sensos diletu
paris a cascos cun sulos de letu,
geniales fatores li dant fada

prenende cassas in doradu isetu.
Prejada gioja de ammaju estida
chi nada morta non bogat difetu

ma nemmancu a fizos dat naschida,
ca nobilitat traficu e retzetu
de cantu su trabagliu fruneit vida

e dias narrer fora preju netu.

Ballata delle ore I


Ore di lavoro a nascere
ore di lavoro a crescere
ore di lavoro a imparare 
persino a scampare
agli scherzi della cattiva sorte
appostata in bianco
sul luogo di lavoro
La tolleri accanto
ne avverti sul collo
il suo fiato di morte

Concitate e a prezzo di saldo
ore erogate per un pasto caldo
atteso dai piccoli - favoloso ristoro!
La mensa a scuola pare utopia
all’avarissima borghesia

Il tempo ingenuo dell’uomo mansueto
sognava l’avvento d’un nuovo miracolo:
un seggio di vita per tutti
vita per tutti nel cuore di Dio!

Invece dall’apice della verticale
si sporge l’uomo del capitale:
scuce un discorso e pare un oracolo
con cui abbindolare minori e imbecilli
Ma all’antifona «giustizia sociale!»
minaccia con bile di chiederci il fio
schierandoci contro la polizia.

Tra «bittere e battere» s’è fatta sera:
le ore-lavoro a primavera … in differita
Intanto fatica e preoccupazione
per offrire ai figli l’educazione

... Poter conferire con morale credito
segno di merito
a ogni onesto progetto di vita …
Se questo è sogno - sognalo ancora -
sogna di te la cosa migliore

Sia dato bando alla turpe indigenza
che  precipita senza aperta ragione
da un’incurante alta magione
come peste che al corpo s’avvinghia
cacciandone l’anima e sua potenza

L’homo riduce a bestia che ringhia
di maschio-femmina sua condizione
e altre eventuali declinazioni
Ne fa congerie belluina
a lievitazione di gente Caina

Ore di lavoro sui frangenti:
proroghe in bianco di necessità impellenti
Ore di lavoro manuale
più simile allo sgobbo infernale
intriso di sudicio e molle sudore
che muta da stremo in tristo tremore:
 di lavoro anche si muore!

Ore di lavoro  detto intellettuale:
- benvenuta tardo-stimata téchne! -
invenzioni e inaudite procedure
di nuovi utensili sistemi e misure
per trasformare … radici e semi
di cose vaghe nel pensiero
in cose fruibili coi sensi
Cose di cui non puoi più … far senza

Queste - con ogni sbadiglio e fiato
 dei suoi fabbri solerti espropriate -
sono per legge inviolabili compensi
per l’uomo del profitto
che il primigenio ratto
ha per zelo antico sotterrato


Nei forzieri: sub specie metallica
ciò ch’era vita giace ammortata:
la parentela è stata tranciata
Così morta e nuova di zecca
lucida e chiusa nella sua teca
non vagisce né reclama genitura
non invecchia né arrugginisce
però nemmeno partorisce!


Compirà forse il sublime prodigio
di elevare - a profitto del magnate -
le mille cose arraffate
e altre al di lui fastigio
le quali - diresti - che per natura
han da star fuori la mercatura ? 

Nota – Mi preme rendere omaggio ad Antonio Altana per la resa stilistica del suo fraseggio. Ho prestato volentieri alla Dassa de sas oras I l’omologa Ballata delle ore I affinché italiani e italianofoni  non sardofoni possano seguire i suoi versi. Naturalmente non è possibile una stretta corrispondenza terminologica e metrica e meno ancora quella relativa alle figure simboliche che sono idiomatiche e personali.  Inoltre la Ballata ha subito numerosi rimaneggiamenti  rispetto alla prima versione considerata da Antonio, che io postai in questo blog  circa due anni fa, ancora con le vive tracce della fatica compositiva. Benché già da subito avessi  pensato di accorciarla, in realtà nella rielaborazione  si è allungata. Ma i concetti delle due sono sostanzialmente omologhi. (B. M.)

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