sabato 4 novembre 2017

ARBEIT MACHT FREI - versione sardo-logudorese di Antonio Altana

Nota - A causa di una quantità di problemi di ordine personale, ho dovuto interrompere l'iniziata pubblicazione su questo blog delle tre ballate dell'apologo menzionato nel titolo, volte da Antonio Altana in sardo logudorese. Dico "volte" come se si trattasse di una traduzione. In realtà A. Altana, più che tradurre, ha dato una sua forma peculiare. Intanto,di tutto il lavoro, ha scelto le cosi dette ballate, che chiama DASSAS, ha formato quartine di versi col respiro dell'endecasillabo e ha affidato il gioco del ritmo alla rima incatenata: ciò che conferisce al tutto una maggiore morbidezza di toni e "umanizza"- per così dire - il flusso descrittivo. Ha risposto così, con una specifica efficacia poetica, alla mia idea di mettere in versi la difficile, noiosa, faticosa vita, colma di pericoli di ansie di frustrazioni e mortificazioni dei lavoratori. Il mio accanimento descrittivo doveva impedire che tali situazioni fluissero verso la costruzione di psicologie e particolarità individuali dirette alla costruzione di personaggi, invece esprimessero quella spersonalizzazione che sola vediamo scaturire dalla condizione di totale mercificazione del lavoro e del suo erogatore in ogni momento della sua vita, nella sua personale espressività e perfino dei suoi affetti. Per tale motivo ho chiamato "apologo" - cioè parabola, allegoria - il mio apologo, malgrado che il suo realismo si palesi ruvido e acido qual è. Ma perciò stesso non poteva rimanere allo stadio rigidamente descrittivo, doveva articolarsi in una sorta di rappresentazione, sia pure elementare, dei meccanismi sociopolitici produttori delle situazioni ossessivamente descritte nelle ballate. Antonio non mi ha seguito in tale avventura, difficile e rischiosa per il modo di concepire e dover esprimere certi scarti delle temporalità storiche e sociali, e comunque tale da costituire un serio baluardo al controllo della misura del verso, dunque del ritmo e dell'eventuale musicalità, oltre che del senso.  Mi corre l'obbligo di dire che ARBEIT MACHT FREI è apparso su questo blog, ancora grondante di prosa e con ritmo assai diseguale e spezzato. E' mia intenzione lavorarci ancora, ma con quali esiti al momento non so. Userò la versione originale limitatamente alle ballate, da accostare agli elaborati sardo-logudoresi di Antonio.

Dassa de sas oras II

Oras de pitzinninu ordinzu buju -
a chelu abertu continu istratzadas
in birgonzosu ardire guvernadas
tra arguenas de famine ruju

cun sensales saturnias arcanadas
dae cumplitzes isfrutos de s'ancuju
dant tra dentes chijinas de restuju
che oras a iscopu chiliradas.

Isciucant a su boja pro incantu
crispas de chiza chi negant sisinas
intro calascios sagros de su santu


e fissant tra sas manos opalinas
babbu de patria cun pedrosu mantu
chi l'insignit medaglias prus ladinas.

Oras de trabagliu a isperdisciu,
oras de duru impreu manizadas
cun ricatu a timores cabarradas
in subrapaltos e afitu misciu.

Oras mastrinas, oras sueradas
a sorte postas de gherradu visciu
bastet chi frutet soddos pro allisciu
a chie pagu, a chie multiplicadas

chi cussu pagu si faghet bastare
passende de balente coragiosu
e de altu valore in su pesare

de s'iscarsu isvilupu terrorosu
cussos chi traent frutu in su fizare
dae s'antigu nostru aspru imposu.

Adatu trastu chi pro un'andare
est bonu pro iscartu o superadu,
ateru fatu nou, modernizadu
si a milites de gherra nucleare

non torrat contu - preju cuntratadu
est interru de istadu e pintzionare
muzere e fizos. Eroe pro dare
a medagliere patriu, sambenadu

pro s'ammentu non longu de s'istòria
chi non cheret continu veridade.
Oras pro fagher bojas de sa glòria

atatos de abbètia identidade,
armados aldianos ue bòria
porrint pro sos arriscos de tzitade.

Oras impreadas pro imparare
a fingher d'aer pessos o pedida
de sensos giaros pro cuss'acudida
in sulcios bujos de s'anzenu andare.

Ballata delle ore
II

Ore di lavoro minorile e nero -
a cielo aperto estratte
oscenamente governate
tra le faringi aperte del bisogno
e i misteri saturnei dell’intermediazione –
per correità se ne patisce in molti
e si mastica cenere tra i denti!-
Sono ore davvero speciali!
Nettano come per incanto
la mutria all’aguzzino
che non paga ammenda
e sulla sua intonsa finanziera
fissano per le mani opaline
d’un marmoreo padre della patria
la borchia del commenda
Ore di lavoro a perdere
ore di lavoro estorte
col ricatto e la paura
Ore di lavoro a caparra
per lavoro in affitto e subappalto
Ore di lavoro da fanti e da artiglieri
alla roulette della “buona guerra”
buona finché drena qualunque cosa
diventi poi denaro –
per chi di più - per chi di meno
che con meno si contenta
e passa da uomo di forte coraggio
e di maggior valore quanto più
di quei “sottosviluppati” ammazza
Quelli figliando traggono
buon frutto  bravamente
da ripetute lezioni ed esperienza
della nostra secolare violenza -
versatile congegno che una volta
è buono da rimosso o superato
altra come arma efficace e rinnovata 
Se al milite delle nostre tecnoguerre
torna male - il prezzo è stabilito -
funerali di Stato - pensione per gli eredi -
eroe sul nome e un posto
alla memoria nel medagliere patrio
che ha vita breve e non ama
i veridici documenti della storia
Ore di lavoro per fare i boia
nutriti di aggressiva e trafficona ideologia
armati  e prezzolati  a guardia
dei nomadismi padronali
contro i sovversivi sparsi in ogni dove
Ore di lavoro per imparare
a fingere di non pensare
a non domandare senso
a fare irruzioni nei solchi bui
delle vite altrui


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