Si parla
tanto di anziani da proteggere e sostenere … Ma intanto che il virus o la
debolezza della protezione decisiva risolvano o taglino di brutto il problema, bisogna pure
che gli anziani soli, non proprio smaliziati nelle operazioni telematiche, possano
vivere la vita quotidiana senza dover
sostenere ulteriori aggravi angosciosi e lesivi del minimo di autostima. Invece
così non è.
Mi spiego :
i siti istituzionali, la compagnie telefoniche, bancarie e postali, le assicurative,ecc.
dovrebbero essere monitorati circa la loro agibilità effettiva per l’utente di medio/bassa
perizia telematica, per giunta anziano singolo
e senza riferimenti familiari prossimi, il quale con tanta buona volontà cerca
di avvalersi della tecnologia per sbrigare in proprio l’acquisto di certi
servizi irrinunciabili. Tale attenzione socio-politica, che con relativi interventi normativi dovrebbe indurre gran
parte delle compagnie di servizio a produrre procedimenti semplificanti o facilitanti, è oggi più importante di sempre, perché il distacco personale, ascritto alla pandemia, fa il vuoto intorno all'anziano e lo consegna al brancolamento in un mondo sempre meno comprensibile e maneggiabile.
Invece
succede che questi menzionati siti di servizio al pubblico si comportano come se
i loro utili fossero preminenti su tutto e come se tutti gli utenti avessimo la
stessa formazione e la stessa scioltezza operativa nel maneggiare tasti e
simboli. Alla minima indecisione dell’acquirente (neofita telematico) il format delle comunicazioni si chiude e
rende estremamente difficile, pletorica e gravida di ansia ogni richiesta di
informazioni aggiuntive o di rettifica.
Inoltre i
formulari sono favorevolmente piegati agli interessi unilaterali di tali enti,
specialmente quelli privati e volti al massimo profitto nell’unità di tempo. Si
aprono facilissimamente e in modo diretto quando prevedono l’ingresso di nuova
clientela, viceversa si chiudono e ostacolano quando la clientela chiede
spiegazioni o reclama.
Se
interviene qualche intralcio o equivoco, lo sfortunato utente si trova nella
micidiale avventura di smarrirsi in un labirinto telefonico di rimandi e
depistaggi, da cui esce sfinito e
sconfortato.
Lui/lei? Io,tu? Proprio noi con le rughe e la memoria che non è più vispa.
Segui il suggerimento di deviazione: entri in
rete. Qui i vari Robot (deputati a facilitare – si fa per dire – il rapporto
del singolo utente analfabeta e imbranato con tali mitiche e anonime centrali
erogatrici d’un qualche servizio) sono quanto di più imbecille si possa
immaginare fra le così dette intelligenze artificiali e avere la disgrazia di
incontrare. Tu poni un quesito, ma a loro non risulta mai chiaro. Lo riformuli e
loro rispondono a pera.
Ti rivolgi
allora alla e-mail del sito e presto ti rendi conto con sconcerto che il tuo quesito
non rientra nel format che l’azienda ha predisposto per “accogliere” problemi o
reclami. E allora sei persino costretto a mentire (per esempio che hai perso le
tue credenziali, mentre le ricordi benissimo) sperando che l'inghippo si dipani. Invece pare di no e allora provi a farcire un quesito canonico con
un altro non canonico, il vero, ma basilare e urgente per te. Difficilmente riceverai il segnale che indichi la soluzione del tuo problema.
In ogni caso il risultato è sempre, quanto meno, defatigante e depressivo. Giunto
a tale apice, hai le vertigini: il senso di frustrazione e stanchezza è salito
tanto in alto, oltre il sopportabile, che stavolta decidi di mollare, di
sottometterti come l’innocente alla mannaia, pur di concludere la tortura
pagando pure i costi pecuniari aggiuntivi. E ti sembra persino giusto che tu venga punito così!
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