Di bellezza
non altro segno
che non sia questa
tua giovinezza
chiusa in un sonno
immemore e stanco.
Da te Eros sembra
fuggito
– da te –
se mai t’ha sfiorato il
suo incanto.
Così sulle tue labbra –
pur piene –
pare ogni apollinea
grazia estinta
e scontare in albo
turgore
infinita fame di sonno
archiviato a credito
di nottate al neon
di fatica manuale
ancor più impressa
sulle piccole mani
dai capolini corrosi
abbandonate sul grembo
come consunti pennelli
ridotti alla ghiera.
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