Chi è Marcello Cini ? Se n'è parlato nel 3° programma della radio.
Wikipedia pubblica alcuni elementi biografici. Ne copio alcuni.
Marcello Cini (Firenze, 29 luglio 1923[1] – Roma, 22 ottobre 2012) è stato un fisico e ambientalista italiano, impegnato in attività di ricerca nell'ambito delle particelle
elementari, della meccanica
quantistica e dei processi
stocastici.
È stato professore emerito all'Università La
Sapienza di Roma,
chiamato da Edoardo Amaldi nel 1957 per la cattedra di Istituzioni di Fisica teorica e in seguito di Teorie quantistiche . È stato inoltre vicedirettore della
rivista internazionale "Il Nuovo Cimento".
Dagli anni settanta ha accompagnato questa attività con
studi di storia della scienza e di epistemologia, e interventi su varie riviste e
sul quotidiano "Il manifesto",
di cui fu tra i fondatori, scelta che gli costò la radiazione dal Partito
Comunista Italiano nel
1970.
Nel 1967 fece parte del
Tribunale Russell sui diritti dell'uomo, visitando il Vietnam durante
la guerra e testimoniando le atrocità belliche.
È stato direttore della rivista SE/scienza esperienza fondata da Giulio
Maccacaro.
Tra le sue numerose
pubblicazioni, ricordiamo l'Ape
e l'Architetto (1976)
(scritto insieme a Giovanni Ciccotti, Michelangelo De Maria e Giovanni Jona-Lasinio), Il paradiso perduto(1994), Dialoghi di un cattivo maestro (2001).
Ha ricevuto il premio Nonino 2004 "A un maestro italiano del
nostro tempo".
Cini viene ricordato per la sua battaglia volta ad analizzare i modi con i quali la ricerca scientifica è condizionata nelle sue decisioni e scelte di fondo dalla intromissione del capitale privato, che trasforma ogni prodotto della mente in merce.
Riporto qui di seguito alcuni stralci tratti da un articolo di Scienza in Rete
Per quanto
possa sembrare strano, immaginandolo dall’Italia di oggi, c’è stato un tempo in
cui la pubblicazione di un libro poteva avere la capacità di catalizzare il
dibattito intellettuale per settimane, anche al di fuori delle mura degli
ambienti accademici. L’esercizio di immaginazione si fa poi quasi intollerabile
all’idea che, almeno una volta, trentacinque anni fa, il libro che per un
determinato periodo polarizzò le discussioni su giornali e riviste sia stato
una raccolta di saggi a tema scientifico: un’opera apertamente tecnica, sul
rapporto tra scienza e società.
Un passaggio del libro che
invece rimane subito impresso per chiarezza e lungimiranza è quello in cui Cini
riporta un suo intervento risalente a otto anni prima, al 1968, e dove in poche
righe prevede e anticipa lo sviluppo di personal computer e informatica,
capendo il ruolo di primo piano che essi avranno nella società che verrà e
avanzandone da subito un’aspra critica:
Io sono
abbastanza convinto che nei prossimi venti o trenta anni avremo uno sviluppo
dell’industria dei calcolatori derivante dall’aumento del consumo privato del
calcolatore, esattamente analogo a quello che è stato il consumo privato
dell’automobile […]. Questo sviluppo introdurrà forme di selezione ulteriore,
di asservimento ulteriore, di competizione ulteriore, di imprigionamento
dell’uomo in una logica sempre più inesorabile, dovute soprattutto al consumo
privato. È chiaro che questa è un’industria che, se dal punto di vista
economico può veramente dare uno sviluppo al sistema del tutto analogo a quello
della motorizzazione privata, si presta a dare al singolo un consumo che lo
asservisce, lo narcotizza, lo droga.
In anticipo sui tempi è anche l’analisi critica sul profitto che il
capitalismo punta e punterà a trarre dalle merci immateriali. Se è vero che già
in quegli anni, negli Stati Uniti, le ricerche finanziate dai privati
superavano per la prima volta quelle foraggiate da fondi federali, è però solo
nel 1980 che il mercato si imporrà davvero come terzo protagonista nel dialogo
tra scienza e società. In quell’anno, infatti, si avranno i
primi brevetti a protezione della proprietà intellettuale su tecniche
scientifiche (come quella di clonazione del DNA ricombinante) e addirittura su
organismi viventi, come quella che il Patent and Trademark Office (PTO)
statunitense concederà su un batterio geneticamente modificato. Gli autori
avevano tuttavia già allora chiaro come il sistema capitalistico negasse ogni
differenza tra beni materiali e immateriali, riducendo l’informazione a merce.
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