lunedì 6 luglio 2015

Democrazia - inedita di B. Mannu dedicata ai Greci

Un intervallo "poetico" - per così dire - come saluto al popolo greco e a noi tutti per auspicare il vero ritorno alla (e incremento della!) prassi democratica in Europa e nel mondo.

Democrazia

Qualcuno disse «Democrazia».
Non un empio - né un captivo - fu.
Non fu disgrazia che quella voce
 assemblasse
al nome il Nume del concetto.
Pure - da allora – Nemesi
le impose con lo sguardo
Necessità e Ventura.
Con  gli stessi decreti
 il Parlante «liberò»
in  mano agli  Aristoi.

Stretto - per prova - alle solerti Moire
per spegnere con la vita sua di uomo
o con l’infamia  del suo Logo
le ali alla Parola detta.
Egli abbracciò il suo Fato
e volse - per non smentirsi - verso  Dite
 sapendo acceso un lume-
errante già - per i futuri umani.
S’affiochirono altri nel poco.
E subito una siepe di arbusti
cinse l’esordio storico di lei
e le assegnò
 angusti luoghi e brevi tempi.

Fuori rimase
 un verminaio piccolo e vivace
di allogeni schiavi
 della terra e delle cave.
Certo qualcuno ne  ricevé contagio
e voltando le terga all’uso dell’abuso
 ne lanciò la febbre nell’eventuale corso
della storia.

Nomade ancora «Democrazia»
corre il pianeta - salta i muri –
scava cunicoli da talpa
e i sogni frequenta
di chi ha fioca voce.
Cambia di luogo
e guarda tempi brevi di rigoglio.
Si bagnò nel sangue uscendo dalle notti.
Passò indenne nei roghi.
Vestì abiti smessi.
 Fu agghindata
 perché non paresse quella.
Andò svilita in cambio di moneta
ancella e scudo  di rettori e padroni.

E ancora rampolla - nuova -
nei pensosi desideri  dei tanti
che si chiamano per lei dalle galere
per mettere ali ai corpi -
ali alle ali - per affratellarsi
oltre le frontiere
 e unire a lei  - numinose -  altre
antiche e nuove voci di riscatto.

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