Premessa e promemoria di oggi
Invitare amici e lettori a misurarsi con buone letture per ricavarne buone informazioni e anche stimoli a proseguire la propria formazione è forse un atto presuntuoso, se si ferma a un semplice invito. Altro è sfidare la difficoltà nella speranza di raccontare a me stessa alcune delle cose dette magistralmente da un altro, in questo caso, dal filosofo sloveno S. Žižek . Qualcuno potrebbe obiettare: perché non lo fai in privato? E io rispondo che scrivere un blog è un atto politico. E il mio atto politico consiste, non solo nello scrivere e pubblicare versi e prosa narrativa, ma anche leggere in pubblico e cavarne quel po' che le mie forze consentono.Infatti la mia non è affatto una lettura sistematica, ma un viaggio molto interessante, ancorché impervio e non sequenziale dentro questi libri per meglio vedere al di fuori. Rammento le opere:
L'oggetto sublime dell'ideologia, - Ponte alle Grazie 2014
Organi senza corpi - La suola di Pitagora editrice
La fragilità dell'assoluto - 2007
A scuola da Slavoj Žižek
Proporre al non-specialista di alcunché, quale
io sono come tanti, di misurarsi con la complessità dei problemi del mondo
attuale, implica indicare, come dicevamo, una necessità che è essenziale e vitale
per ogni uomo: levarsi sopra la semplice, ma irrecusabile animalità.
Riconoscerci umani
significa sapere e potere non appiattirci sulla condizione minima inscritta nel
genoma. Data la nostra naturale indeterminazione, occupiamo una frontiera dove l’animalità è suscettibile di “trasustanziazione” (cfr.
Žižek) a livello di “spirito” o, se si vuole, di spiritualità.
Con questo Ž. non invita a riconoscere o ad abbracciare una fede nella
trascendenza o immanenza divina per ricuperare per l’animale uomo una dimensione, più che nobile, divina, quanto un suggerimento, forse, a considerare che quanto
facciamo inconsciamente in risposta alla nostra natura animale, possiamo farlo
meglio attivando consciamente le nostre potenzialità.
A partire
dall’accoglimento - che sappiamo ambivalente - della nostra irrecusabile
finitezza, sapendo che il nostro ingresso nel mondo (quello vissuto e percorso
come esterno e quello vissuto come interno) è già da sempre involto e ci
coinvolge nel sistema simbolico e che, per quanto si sia convinti che il mondo
ci si pari contro come un Tutto Altro, abbiamo da prendere coscienza
ancora che quanto vi accade e ci coinvolge esige di divenire pensabile, ossia altro rispetto alla
sua e nostra consistenza materiale, ma ad essa articolato.
È in
questo ambito ideologico, appunto, che vengono a strutturarsi, tramite i
linguaggi, le nostre esperienze e i loro effetti introiettivi e proiettivi. Niente
può attraversare o insediarsi in noi come immagine o pensiero, se non tramite i
fantasmi/parola con cui riempire le
nostre lacune; e questi spesso si rivelano fallaci e inadeguati.
I testi di Žižek menzionati analizzano i
movimenti e le complicanze del processo cui
ho appena accennato. Il lettore comune come me ne segue con molta difficoltà le
combinazioni. Esse corrispondono a logiche non meccaniche e comunque non perspicue. La circolarità tautologica che s’instaura al
livello dell’ideologia può comportare il
totale o parziale fallimento della nostra presa sulle cose e su noi medesimi.
Certo,
a questo punto dovrei desumere una definizione minima di che cosa s’intenda con
la parola ideologia. Ma la difficoltà fa davvero tremare le
vene e i deboli polsi filosofici. Con acerba e presuntuosa riduzione direi che ideologia
è tutto il sistema di rappresentazioni, di idee, di enunciati-valore e di
simboli in cui si condensa la cultura di una società in un certo tempo storico;
e si potrebbe persino aggiungere che essa ne rappresenta il carattere. Ma
rimanderei alla lettura di un breve saggio molto limpido Sull’Ideologia di L.
Althusser(1976), certa che Žižek non me ne vorrebbe, anzi. Il filosofo
franco-algerino - benché non riesca a essere convincente, secondo Žižek,
circa la descrizione del modo con cui avverrebbe la sussunzione dell’individuo a soggetto assoggettato all'ideologia - individua
e analizza gli aspetti materiali e ingiuntivi degli apparati ideologici. Lettura
molto istruttiva e accessibile, perché la sua analisi riguarda i supporti materiali e il carattere organizzato dell'ideologia.
Dovrei per un senso di trasparenza dire che cosa s'intende per tautologia. In un enunciato,ad esempio il cerchio è rotondo, il significato del secondo lemma "rotondo" ripete ciò che è inscritto nel concetto di cerchio.
Voglio indicare rapidamente che la nozione di ideologia, pur non mostrando
collegamenti evidenti con la materialità produttiva che fonda l’esistenza dei
gruppi sociali, è così tanto importante che nei conflitti bellici i
belligeranti, non solo mirano alla distruzione dell’economia e delle risorse materiali
del rispettivo nemico, ma cercano di minare in tutti i modi la persistenza e la
funzione totalizzante del suo sistema ideologico, il quale agisce da
riferimento identitario e quindi da collante sociale.
Attualmente,
altro esempio, nella lotta mondiale per la supremazia
politico-economica, l’ideologia occidentale si contrappone a quella
mediorientale e viceversa, sotto l’effetto totalizzante delle religioni e delle
morali politiche. L’attacco ideologico reciproco tende a tagliare i collettori
motivazionali dell’identità e dell'unità "spettrali" del gruppo avverso esponendolo
alla rottura dello specchio, cioè a una sorta di morte per dissolvimento della
propria immagine.
Il fantasma
ideologico, che dal di fuori entra dentro la coscienza individuale formandola, è
precostituito e costitutivo della così detta identità personale, è ineliminabile: in altri termini ci preesiste il mondo e le strutture incorporee che ce lo introducono simbolicamente,
ci preesistono i codici delle lingue, la messe dei significati e delle
significazioni.
Però mai questa
complessa impalcatura prassica (guida e sollecita azioni) e simbolica è
terra di nessuno, mai neutra, essa è già da sempre occupata da
qualcuno, per esempio, da un Patriarca o da un Padrone (il Grande Altro, il
grande Super Io), è attraversata da tensioni e resistenze
irriducibili all’uno; è tuttavia permeabile e mobile come complesso macchinico produttore di ambiguità contraddizioni, gerarchie di poteri, presieduto da una (o più) entità che enunciando ordina,
obbliga, accoglie, esclude, elabora,
inventa, falsa, distorce, complica e ci costituisce come soggetti, come io
assoggettati, e riproietta nel così detto mondo materiale i suoi prodotti. Quello che noi indichiamo come
mondo materiale, altro rispetto agli
io, non è intanto a sua volta
tetragono, ma spugnoso, padronale, prassico e occulto produttore di materiali
simbolici.
In parole
forse troppo semplici il luogo dell’ideologia
è quello dell’Autorità, e il luogo dove gli interessi innominabili si
presentano come garanzia di giustizia, equanimità, verità, bene supremo, eccetera.
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