Mi sembra interessante riportare su questa pagina la discussione nata su Fb in due pagine diverse, a proposito di una bellissima foto edita dal Los Angeles Time tratta da uno dei film su Mme Bovary, che qui non mi è permesso riportare.
L'immagine era sovrastata da un commento sul personaggio Emma Bovary, da cui è partita la discussione molto interessante. Cosa rara in un social.
Per discrezione indicherò con delle lettere colorate i partecipanti alla discussione.
A) Mme Bovary l'eterno
femminino.L'eterno rinnovarsi del bisogno di amore che esclude analisi e
ragione
B) C'est pas vrai. Questa è
l'immagine che si sono fatta la generalità dei nostri partners, Flaubert
compreso con la sua grandissima arte, e la quasi totalità delle donne di una volta. Oggi un po' meno. Ma chiediamoci perché ci siamo specchiate in quelle immagini
e ci siamo sentite esattamente rappresentate. Suggerisco di riconsiderare
Gertrude, la monaca di Monza, per capire quanto è profonda e moderna l'analisi
manzoniana. Il contesto specifico in cui Manzoni colloca e sviluppa la storia
di Gertrude fa risaltare il procedimento educativo alienante ed efficacissimo.
L'alienazione sottile, rinforzata dal contesto sociale, comprime, rende
soggette al senso di colpa e perverte, crea senso di inadeguatezza, bisogno di
protezione. L'eterno femminino è una costruzione storico-sociale
eteronoma,omologa all'eterno mascolino più autonomo.
Avendo condiviso l' immagine in altra pagina è stato ripreso l'intervento precedente.
B) Ricopio il mio commento che nega la coincidenza tra il senso d'essere
femminile e le immagini della femminilità come femminino inteso e voluto dal
sistema patriarcale fallico storicamente prevalente.
Madame Bovary , annoiata signora di provincia.
C'est pas vrai. Questa è l'immagine che si sono fatta la generalità dei nostri partners, Flaubert compreso con la sua grandissima arte, e la quasi totalità delle donne di un volta. Oggi un po' meno. Ma chiediamoci perché ci siamo specchiate in quelle immagini e ci siamo sentite esattamente rappresentate. Suggerisco di riconsiderare Gertrude, la monaca di Monza, per capire quanto è profonda e moderna l'analisi manzoniana. Il contesto specifico in cui Manzoni colloca e sviluppa la storia di Gertrude fa risaltare il procedimento educativo alienante ed efficacissimo. L'alienazione sottile, rinforzata dal contesto sociale, comprime, rende soggette al senso di colpa e perverte, crea senso di inadeguatezza, bisogno di protezione. L'eterno femminino è una costruzione storico-sociale eteronoma,omologa all'eterno mascolino più autonomo.
C'est pas vrai. Questa è l'immagine che si sono fatta la generalità dei nostri partners, Flaubert compreso con la sua grandissima arte, e la quasi totalità delle donne di un volta. Oggi un po' meno. Ma chiediamoci perché ci siamo specchiate in quelle immagini e ci siamo sentite esattamente rappresentate. Suggerisco di riconsiderare Gertrude, la monaca di Monza, per capire quanto è profonda e moderna l'analisi manzoniana. Il contesto specifico in cui Manzoni colloca e sviluppa la storia di Gertrude fa risaltare il procedimento educativo alienante ed efficacissimo. L'alienazione sottile, rinforzata dal contesto sociale, comprime, rende soggette al senso di colpa e perverte, crea senso di inadeguatezza, bisogno di protezione. L'eterno femminino è una costruzione storico-sociale eteronoma,omologa all'eterno mascolino più autonomo.
M) Nelle due figure di donna che tu proponi, ci
sono almeno due differenze sostanziali: Gertrude non sceglie , decide la sua
famiglia per lei, lei non può opporsi, pena l'emarginazione familiare e
sociale. Aggiungerei che neanche i suoi genitori sono liberi di scegliere, la
loro scelta, dettata dal ceto di appartenenza e dalla necessità della
conservazione del patrimonio - fatto obbligatorio per l'aristocrazia
seicentesca- pongono in condizioni di necessità e "naturalità" la
scelta del padre di Gertrude. Cosa diversa è la scelta di Emma Bovary. Il
contesto borghese in cui si situa la sua vicenda familiare, ha come riferimento
la classe aristocratica. Emma aspira a far parte di questa classe.
L'inquietudine che la divora è il frutto di insoddisfazione , prima che
amorosa, di ceto di appartenenza. E da qui le relazioni sbagliate che la
conducono alla perditio. Ma è una perditio nella banalità, come banale era
stata la sua aspirazione. Flaubert , in questa personaggio , come in diversi suoi
romanzi, tende a rilevare la mediocrità che a volte sconfina nelle
"betise", dalla quale pochi si salvano attraverso un percorso
razionale e consapevole. In Manzoni , forse, è molto più insistito l'elemento
della cogenza, dell'impossibilità di orientare, con un atto di volontà, la
propria vita verso altri obiettivi che non siano quelli del conformismo
sociale. In questo senso egli, Manzoni, scava nella profondità della psicologia
educativa di cui si serve la famiglia di Gertrude, mettendo in evidenza il
perverso sistema del tempo. In Emma tutto questo manca. Emma è una donna libera
e la sua scelta è tanto più banale quanto più ampia è la sua libertà.
B) Tuttavia i due esempi,
pur essendo qualitativamente diversi per epoca, per cultura, per classi
sociali, sono fenomeni complessi di una struttura che vi rimane potentemente
sottesa: la struttura patriarcale, fallica che costruisce le psicologie
soggettive socialmente desiderabili a sostegno di un modello preminente e
decisivo. In Bovary il personaggio femminile è una piccolo-borghese che aspira
a una condizione altoborghese (orizzonte di presunta libertà e potere), e non
sa e non può farlo se non tramite quella sorta di "prostituzione"
anche sentimentale. In Bovary Flaubert descrive i movimenti e le inquietudini
di quelle classi che aspirano a diventare contigue a quelle del potere
economico-politico.Emma rappresenta la quota debole della sua classe, non
perché sia stupida, ma perché è psicologicamente culturalmente strutturata per
esserlo. Flaubert non si occupa di come avviene quella formazione. Manzoni al
contrario, descrive dall'interno, non solo il modo con cui la classe più alta,
quella aristocratica, si disponga a conservare potere e forza economica, ma
anche quali sue quote fossero destinate a una condizione di subordinato
supporto, ma non a una uscita dal proprio contesto di classe. Manzoni mette in
piedi una straordinaria e minuziosa descrizione della formazione psicologica
della predestinata:elusioni, blandizie, costrizioni, pressioni ... Una "scuola"
perenne, organizzata dalla "legge del padre" tramite i cultori , i
commessi di quella legge, elementi femminili compresi, senza nemmeno la
possibilità di concepire un desiderio diverso. Manzoni ci fa toccare con mano
le fitte maglie della rete mobilitate alla costruzione della soggettività
femminile nel senso proprio di assoggettamento per fini che son la negazione e
la perversione di ogni autenticità. E attraverso questo pur specifico modello è
possibile vedere in filigrana quello che ancora oggi accade fuori scena a danno
delle future donne
Riportato su Verbi e di-verbi da B. M.
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