martedì 1 settembre 2015

Arbeit macht frei - Apologo inedito di Bianca Mannu

Ballata delle ore
II
Ore di lavoro minorile e nero -
a cielo aperto estratte
oscenamente governate
tra le faringi aperte del bisogno
e i misteri saturnei dell’intermediazione –
per correità se ne patisce in molti
e si mastica cenere tra i denti!-
Sono ore davvero speciali!
Nettano come per incanto
la mutria all’aguzzino
che non paga ammenda
e sulla sua intonsa finanziera
fissano per le mani opaline
d’un marmoreo padre della patria
la borchia del commenda
Ore di lavoro a perdere
ore di lavoro estorte
col ricatto e la paura
Ore di lavoro a caparra
 per lavoro in affitto e subappalto
Ore di lavoro da fanti e da artiglieri
alla roulette della “buona guerra”
buona finché drena qualunque cosa
diventi poi denaro –
per chi di più - per chi di meno
che con meno si contenta
e passa da uomo di forte coraggio
e di maggior valore quanto più
di quei “sottosviluppati” ammazza
Quelli figliando traggono
buon frutto  bravamente

da ripetute lezioni ed esperienza
della nostra secolare violenza -
versatile congegno che una volta
è buono da rimosso o superato
altra come arma efficace e rinnovata 
Se al milite delle nostre tecnoguerre
torna male - il prezzo è stabilito -
funerali di Stato - pensione per gli eredi -
eroe sul nome e un posto
nel medagliere patrio alla memoria
che ha vita breve e non ama
i veridici documenti della storia
Ore di lavoro per fare i boia
nutriti di aggressiva e trafficona ideologia
armati  e prezzolati  a guardia
dei nomadismi padronali
contro i sovversivi sparsi in ogni dove
Ore di lavoro per imparare
a fingere di non pensare
a non domandare senso
a fare irruzioni nei solchi bui
delle vite altrui


Ballata delle ore
III
Ore per addestrarti a contrastare -
a rischio della vita
di chi non ha diversa uscita -
ogni sorta di probabili danni
su piattaforme con sviluppo di fiamme
sopra tralicci e sotto torri 
esposti a trombe di vento
e a ogni altro evento
Si ammassano ore e ore
per realizzare l’umana vocazione
a  strisciare come lombrichi
nelle miniere cupe
per portare e condire  in superficie
micidiali zuppe
Ore di lavoro stabile le trovi-
benché rare - nelle  patrie galere
nelle disparate schiere
dei corpi militari degli stati
bifronti e multifaccia
secondo che prevalga
il ciglio repressivo - il volto astratto -
l’ambiguo aspetto compiacente
con chi è già potente
Ore di lavoro a ore per i comodi
di  chi ha soldi da spendere
Ore di lavoro a disapprendere
mestieri e professioni
divenuti eccedenti
non più “remuneranti”
Succede in tal frangente
che la vita dei corpi risulti
un gravissimo accidente
per chi non ha niente
Ore penose presagenti mali
per i cristi costretti a campare
di mansioni impossibili o mortali
celate dai muri delle officine
dissimulate in scale e tabelle
a credito di parametri fasulli
Ore di lavoro
passate a indagare
per il politico menefreghista
affezioni e morbi di lunga gittata 
d’una ergonomia lucrosa -
dapprima garantita
ora inservibile e degradata
Ore di lavoro
con aggiunta di ansia
per paventata  imminente mancanza
del corrispettivo in moneta che canta:
l’uomo d’impresa non era contento
ha dislocato di produzione
ora fa il grano in altro palmento
Ore di lavoro a convincersi
di non meritare diritti al lavoro
intelligente e retribuito
di dover accettare il cambiamento-
secondo l’anagrafe e il vento -
dal ruolo di risorsa comprimibile
al ruolo di “scoria” incompatibile
con i ricicli aziendali
e con la disputa globale
Allora ecco un lui-lei intento
a spremere ore d’impiego
per riciclarsi come gregario
come factotum del politico
oppure a compiere una mimesi:
campare di nero nel più nero
da ladro o da bandito
da picciotto di mafia
o  da lurido sicario
Ore di lavoro per abituarsi
a non lavorare ad architettare
su come fare a fare a meno
di un marcio salario 
sia pure da fetido esattore
del ruffiano o dell’usuraio
Oppure ecco un lavoro
d’impatto politico: scorrazzare
in branchi a ronda del territorio
Diconsi pronti ad azzannare
umani randagi senza paese
incalzati da indigenza mortale
che si presentino nei paraggi  
È il destino dei miserabili
tornare di moda nelle metropoli
farsi la guerra con le baruffe
dare spettacolo ai benpensanti:
tranquillizzare i malgovernanti
prendersi a morsi per ossi spolpati
Ore di lavoro c’è chi infine
 le spende ad allenarsi
presto  a desistere
ad affondare in paranoie
del sempre uguale
quindi a schiattare
per eccesso di noia.

 Noticina. Come promesso, questa è la seconda tranche dell'apologo. B.M.

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