
Dal capitolo AROMA DI COTOGNE
Io non so se fu allora o dopo, se era autunno o altra stagione … Se il tavolo parato con luminosa tovaglia e vino rosso in caraffa era il tavolo apparecchiato per quella volta oppure no. So che nella mia mente esiste, al momento, un raccordo preferenziale e fluido tra quanto appena descritto e una seconda rete di percezioni e immagini; ma come se tutto il movimento, invece di essere definito e discreto, fosse durato e continuasse a durare indefinitamente …


Lui s’arrestava di là, oltre il banco della mescita tra la vociante
compagnia dei bevitori, lei di qua, composta e severa davanti allo scaffale dei
liquori. E già gli allungava sul banco il bicchierino dell’Anisette, colmo.
Come magnetizzato, egli si voltava, si avvicinava al banco, curvava
religiosamente l’ispido capo sul bicchierino, poggiava i palmi delle sue zampe
ai lati del piccolo calice come un prete che officiasse e sorbiva socchiudendo
gli occhi e facendo tremolare i baffi. Poi, come volesse pigliare tra pollice e
indice le ali di una delicata farfalla, rapidamente afferrava e vuotava il
bicchiere arrovesciando il capo all’indietro. Ne seguiva un “grazias” e un goffo inchino. Mia nonna
riempiva ancora il calice. E intanto che lui ne sgargarozzava il contenuto
facendo scintillare i suoi occhietti, lei gli allungava ben avvolta in carta di
giornale una bottiglia di quello buono per
“gomai Delfina, chi de parti
nostra s’arregallidi”.
NOTA Traduco nell'ordine le espressioni in idioma sardo-campidanese
Bona festa...= buona festa, comare Annetta
Gesus,unu pip....= Gesù, un bimbo che dorme! Go
....chi de parti nostra s'arregallidi = per comare Delfina da parte nostra perché si prenda cura di sé.
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