Resistere e
lottare è pregiudiziale quando l’imminenza della situazione drammatica lo
richieda.
Anche il/la
poeta, la/lo scrittore, il /la pensatrice sono/è prima di tutto essere umano
civile, che condivide i problemi e le ansie dei molti con la sensibilità che gli/le
è propria. Soppesa senza troppo contarsi e sceglie il senso del suo esistere
ora come uomo e in qualche modo sospende alla sua umana tensione attuale ciò che forse sarà materia di parola piena. Forse non
ci potrà essere poesia senza questa profonda adesione all’umano.
Poesia è anche
prassi etica? Sì e no. Ma è meglio sì. Perché, come sostiene Quasimodo, il
poeta è assediato dalla società asservita al potere, essa vuole fregiarsi di
lui e asseggettarvelo; ma, nella misura
in cui l’intensione poetica lo abita e lo motiva egli vi resiste. È e resta eminentemente solo.
Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Premio Nobel
per la letteratura nel 1959
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