mercoledì 29 aprile 2015

Resistere /poetare

Resistere e lottare è pregiudiziale quando l’imminenza della situazione drammatica lo richieda.
Anche il/la poeta, la/lo scrittore, il /la pensatrice sono/è prima di tutto essere umano civile, che condivide i problemi e le ansie dei molti con la sensibilità che gli/le è propria. Soppesa senza troppo contarsi e sceglie il senso del suo esistere ora come uomo e in qualche modo sospende alla sua umana tensione  attuale ciò che  forse sarà materia di parola piena. Forse non ci potrà essere poesia senza questa profonda adesione all’umano.
Poesia è anche prassi etica? Sì e no. Ma è meglio sì. Perché, come sostiene Quasimodo, il poeta è assediato dalla società asservita al potere, essa vuole fregiarsi di lui e asseggettarvelo; ma,  nella misura in cui l’intensione poetica lo abita e lo motiva egli vi resiste. È e  resta eminentemente solo.  


Alle fronde dei salici

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.


Premio Nobel per la letteratura nel 1959

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