domenica 19 aprile 2015

Giocare a "La tua morte è mia vita " E che vita!

"Mors tua, vita mea" era, presumibilmente un saggio motto per significare che nel ciclo naturale della vita, il trapasso di una generazione di viventi dovesse lasciare spazio alla vita della generazione successiva.
Oggi pare invece che l'opulenza postmoderna, ottenuta togliendo ai molti esseri, e al pianeta stesso, il diritto ad accettabili condizioni di esistenza, debba condensarsi insensatamente nelle mani di alcuni, senza che vi sia il minimo conato di desiderio di esistenza oltre il proprio fradicio ventre e l'immediata genia.
Non si esprime alcuna solidarietà operativa per le moltitudini di poveri, prodotti della logica cumulativa fredda e perversa di quei Mida, anzi si soffia sulla pancia egoista del pidocchio di qui e di quello di là, contro il povero di là : investire denaro sul tracollo totale di altri, non importa chi, non importa come, a man salva e persino con tranquilla coscienza, perché così posso diventar ricco da un giorno all'altro, o posso diventare ancora più ricco e controllare la mia ricchezza contro i bisogni urgenti e inevasi di altri. E così la vita degli ultimi, che pure è una vita di cacca, deve ogni giorno misurarsi con i denti e le unghie dell'ultimissimo, ancora più orribile.
La ricchissima Europa fa del mare il suo filo spinato, fa dell'inclemenza meteorologica e della  micidiale lotta politica dei subalterni e degli esclusi il suo baluardo e il suo miserevole alibi. Non vuole guardare ciò che pure ha prodotto col suo dominio e la sua egemonia . E dove non c'è mare, c'è la mutria della sua stupida presunzione: dove l'individuo, ridotto alla corporeità dei suoi immediati bisogni, essendo nella condizione di monade solitaria della propria impotenza, deve pensare/inventare senza sosta modi per sopravvivere, anche contro quelli come lui, deve divenire l'umano imbestiato.. Eccoci tutti ridotti a lotte ferine, aggressioni per una spettrale salvezza tra disperati e fra loro e noi penultimi, immenso residuo della decadenza, a cui del "noi" rimane il negativo di ciurma incattivita . Perché così, chi ha potere elude la possibilità di essere individuato come causa efficiente e può meglio regnare. Monarchi di denaro, senza nobiltà, usurai, schiavisti per mezzo di anonime strutture, per interposti schiavisti e scherani, tutti coinvolti in un gioco di complicità da cui non si esce: la struttura perversa perverte e riproduce le condizioni della propria perversione.  
Tristemente, come non constatare che ciò che credevi un limite si sposta e tocca una nuova aberrazione?.

Chi voglia può seguire il seguente link

http://www.huffingtonpost.it/2015/04/07/syrian-journey-videogioco-bbc-utenti-rifugiati-siriani_n_7016036.html  

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