Prima
ancora che salga
sulla
cima dello Zenit
il sole
equivoca trascina
la sua
luce - oscura madre d’ombra –
da un
meridiano all’altro
incrociando la lama
dei paralleli …perfidi.
Gli sfiati irraggia curvi a suo capriccio
ma cadono incessanti
in mano agli oligarchi
come ore
con mani piedi corpo e
mente
da impiegare in proprio
vantaggiosamente.
E il
vento - che forse la terra
e lo
inviò in legazione d’atomi
di
polveri e di pollini vitali -
ora si
avvita sopra luoghi
di
malsana negligenza
repentino
di nembi e di procelle
spinge i
precipiti succhielli
delle
borse sul loro nihil -
quale
“cosa del niente”-
venduto e
stivato
come
massimo valore
in autoproduzione
dentro i
campanili-madie
della
credenza universale.
E l’acqua
all’ indietro si solleva
come in
una fisica invertita
a
maledire furiosa i malcostrutti
d’ una
genia avida e maligna
ne sciupa
l’abbondanza - ne abusa
senza
amarla - la costringe chiusa
prigioniera
sotto le cantine
o la
devia dentro le chiuse
a ruggire
in precipizi male calcolati -
ne fa
laghi privati e la nega
alle
terre e ai popoli assetati
la fa sua
complice in latenti
conflitti
di tipo coloniale.
A quella di
mare comanda di fare
da
baluardo contro chi sconfina
e -in
caso d’’evenienza- di giustiziare
in modo
anonimo e pulito
intere
ciurme di poveri felloni
che per
alcuni nostri patrioti
solo reclusi
o morti sono buoni.
Misera
acqua - più che sorella – putta -
la più
rotta alle faccende sporche
di questa
civiltà barbina
che la destina
– certo non a caso-
a
stemperare - silenti - maligni sversamenti
lungo le
sterrate pendici dei monti
a lavaggi
frequenti e docce maniacali
di
magnati di boss e di vari pescicane
nei vasti
bagni di uso personale.
Misera
acqua! sembra destinata -
nel presente - a liberare
ogni schifezza
da
presunti germi
di autentica nettezza.
Ma è in
ogni me che sole vento e acqua
formano
una miscela ancor più … micidiale
È dentro
me che il cielo maledice
la sporca zolla
e l’umore della vita
E dell’umano
dentro me
germina il pavore
prospera l’infelice acquiescenza
al quotidiano orrore.
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