Intanto, anche quando
una raccolta di versi si articola intorno a un tema oppure gioca su modulazioni
scaturite da uno stesso nucleo ritmico e timbrico, difficilmente rivela subito
i segreti dei suoi stilemi e le sue trovate, a meno che non si connoti come variazione
specifica di una “scuola” , di una maniera
in auge. Ma anche quando si verifichi tale condizione, occorre sempre soffermarsi per cogliere le differenze specifiche, la
singolarità, che è ciò a cui aspira l’artista.
Insomma l’idea che
l’elaborato in versi esibisca subito il proprio portato poetico nel passaggio
lineare dal segno grafico alle corde recettive dell’anima e della mente per
mezzo dell’immediata scansione visiva e/o sonora, è un’idea falsa e perniciosa.
Perché?
Perché, a torto o a ragione, si assimila acriticamente
l’elaborato a un gusto preformato o lo si rifiuta per l’impressione immediata che se ne discosti. Così non si valorizza la
sua particolarità, anzi la si diluisce nel fiume dei motivi abituali. Con ciò si prescinde anche dal fatto che il discorso
poetico possa convogliare idee, concetti e forme che esorbitano e talora
confliggano col senso comune e con i moduli cristallizzati.
Queste semplici considerazioni conducono a un quesito: che cosa è la poesia?
Al di là del fatto che comunemente con il termine “poesia” si denota un discorso secondo regole metriche
più o meno fisse, è improbabile che
possa essere ridotto a quest’unica peculiarità. Semplificando al massimo, con
quel termine vogliamo indicare un insieme di effetti semiologici e semantici, i quali variano da
epoca a epoca, da lingua a lingua, da cultura e cultura. Essi implicano anche
un ampio ventaglio di nessi e riferimenti con diversi territori del pensiero
cristallizzato e militante, quello scientifico/tecnico compreso .
Se così stanno le cose, occorre entrare nell’ordine d’idee
che il prodotto così detto poetico va considerato a tutti gli effetti come una manifestazione
articolata e complessa dell’intelletto
umano tramite la elaborazione stilistica della parola, e non riducibile a pura
e unilaterale espressione dell’emozione e del sentimento .
Bisogna farsi consapevoli che il concetto di poesia come
espressione eminente della soggettività individuale quale fulcro della
relazione Io/Mondo, in cui prevale il sentimento personale come centro unificatore della pluralità e dell’alterità , è nato col romance medievale
e si è riproposto, amplificato e arricchito delle scoperte della psicologia e anche
delle inquietudini etico/sociali, nel Romanticismo.
Nella prospettiva di continuare il discorso, agli appassionati e ai curiosi dedico ancora queste pressoché minimaliste
Fabulazioni
Come di
passi una fuga
lungo androni
di niente
sdrucciolano
fabulazioni -
senza memoria
di senso -
s’affrettano
verso
fine e fini-
occlusi
oppure
no -
indefinibili
forse -
fradice di razionali
forme
e forre
e fori
casualmente fuse
in croci
di ramaglie conturbate
da estasi
selvagge
sotto croste di licheni
ispessite
di stanca vecchiezza
esauste
sorde
ai richiami dei venti
singhiozzanti
nell’asmatico flusso
delle antiche
lune
affogate nei pozzi
o assiderate
nella brina
che martirizza i germogli
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