Bisognerà aspettare quasi un altro secolo per vedere i primi segni
della lotta delle suffragette in Inghilterra, e poi un altro secolo per vedere
la nascita, nel 1946, di un libro di
forte impatto politico e culturale ad opera di una intellettuale e filosofa
francese, Simone De Beauvoir . Il secondo
sesso s’intitola questo modo rivoluzionario di descrivere di nuovo la
condizione femminile, di suggerire le chiavi unificatrici degli sparsi gruppi
di femministe incerte e richiamare l’attenzione sulla possibilità di valutare
l’anello di giunzione tra le sempre più vivaci lotte femministe e le molto
combattive lotte degli operai, ma non così preparati, costoro, alla parità di
genere nel sociale e nel giuridico, sorvolando sull’atteggiamento culturale che
fortemente caratterizzava (e ancora qualifica) gli incontri ravvicinati dei
sessi.
La legge per l’estensione del diritto di voto alle donne fu varata
in Italia nel 1945 ad opera dei partiti
antifascisti del Governo Provvisorio (Parri), poi inglobata nella Costituzione Repubblicana del
1946 insieme agli articoli sulla parità dei generi quindi all’eguaglianza dei
diritti di tutti gli umani sul suolo italiano. Ma le leggi dei codici erano ( e
sono rimaste nei fatti) ben lontane da quell’ideale.
Difatti – era il 1965 - una giovane donna, allora minorenne,
Franca Viola, rifiutò di sposare il suo violentatore con un matrimonio
riparatore. Il codice penale poneva lo specifico sotto la specie dei reati
contro la morale. Con tale meccanismo la parte lesa poteva dichiararsi
consenziente e, sposandolo, liberare il reo dalla condanna. Ma Franca Viola rifiutò di sentirsi disonorata e
rigettò il disonore sull’aggressore. Lui e i suoi complici furono condannati.
La legge fu abrogata nel 1981. Solo nel 1996 il reato di stupro fu
ascritto come reato contro la persona. E la strada è ancora lunga.
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