domenica 13 marzo 2022

Corsa a scapicollo tra le tracce del femminismo - Bianca Mannu (prima tranche)

Ciò che vorrei significare con questa chiacchierata sul alcuni momenti essenziali delle lotte sociali e femministe è questo: nessun miglioramento, nelle condizioni di vita e nei rapporti sociali e fra i sessi, è possibile, se non preparato, progettato, accompagnato, reso pubblico e condotto dalle persone vive che usano tutti i mezzi disponibili per comunicare e organizzare. Questo insieme di mezzi lo chiamo per brevità letteratura, che comprende ciò che può essere registrato comunicato e trasmesso nello spazio e nel tempo per l’azione, il sentimento, il pensiero e la memoria a beneficio della collettività: parole d’ordine, regole d’azione, narrazioni, testimonianze, canti … tutto ciò che scalda il momento dinamico.   

Il femminismo è un atteggiamento per azioni e idee. Nasce come reazione alla supremazia maschile che dalla notte dei tempi  ha confinato le femmine della specie umana in una posizione subalterna, l’ha considerata incontrovertibile, in quanto conseguenza logica, sociale e politica della presunta minorità naturale delle donne e di certi gruppi sociali(schiavi). Il femminismo  e i movimenti ad esso simili, tuttora attivi con alterne sorti, incontrano limiti e ostacoli nella tenacia del potere nel rafforzare se stesso con  tutti i mezzi più solidi e più pervasivi: dall’organizzazione familiare in clan gerarchizzati e quasi separati per caste chiuse, a formazioni di classi teoricamente mobili, ma strutturate  sulla base dei poteri economici, di quelli giuridici e ideologici i cui meccanismi ostacolano i passaggi da un ceto inferiore a uno superiore; e si prefiggono di emarginare quella parte di umanità che, dopo essere stata espropriata delle sue qualità per continuato deprezzamento, per imposizioni lavorative devastanti,  viene connotata per caratteristiche esteriori ritenute negative:  colore della pelle, voce in falsetto, altri segni considerati di ordine magico religioso (povertà come demerito, mitezza come viltà, intelligenza come protervia, timidezza come falsità, vivacità come prepotenza, ecc.) Mentre le stesse caratteristiche unite al potere e alla ricchezza diventano virtù da esibire con molta  parsimonia, perché a temperarle è immancabile la durezza, la crudeltà, la furbizia, la malevolenza, la sospettosità... (Va da sé che difetti e virtù sono abbastanza ripartiti fra gli umani di ogni classe sociale, perché pescano sul fondo dell’insopprimibile animalità umana, ma il risultato psicologico individuale è opera storico sociale e il suo peso culturale – cioè l’effetto modello – è correlato col potere impersonato.)

1 commento:

  1. Veramente la mia corsa a scapicollo non può chiudersi qui. Mi propongo di continuare con altre "tranches", visto che lo spazio per scrivere è stato drasticamente ridotto. "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole..." - disse Dante Alighieri.

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