venerdì 29 ottobre 2021

Pagine letterarie: Madame Hardie (1)

Pagine letterarie: Madame Hardie (1): Ad alta voce come fossi solo di Bianca Mannu ( angelo perrone ) Uomini e donne dai nomi allusivi dialogano benevolmente tra loro, in realtà ...

martedì 19 ottobre 2021

Imbisitas de Antropo - trasposizione in ottave logudoresi - ad opera di Antonio Altana - del testo in versi Visite di Atropo di B. Mannu

Noticina- M'incorono di Logudorese. Tento una "libera" traduzione in italiano della bellissima strofa di

presentazione. La piazzo in coda, chiedendo scusa ad Antonio per l'imprecisione. Ringrazio l'Autore del ritratto di Atropo.

Sa morte cale ultima cumpanza

in custos versos guasi carignada

Bianca in nieddu l’at pintada

ma mai la cunsiderat istranza.

Asie in custos versos collocada

deo puru su sale de una ranza

apo agnantu cale siat oro

cun sas otavas de su logudoro.


Imbisitas de Antropo 

 

A fregura niedda e imberritada

cun tremores pitzinnos nos istigat

cando a giannitos cun nois corcada

unu male indetzisu chi s’impigat

a bantzigos e nenias resada:

Non como, no – su tempus no nos ligat

e dende puntas dulches proe de sonnu

birbante nos cumandat cale donnu.

Ma cun mortale istratzos fala e piga

torrat in oru de sas pibiristas

cando sa vida mudat in fadiga

su pasare in istoja a tramas tristas

poi de una die prus nemiga

ch’intontonida su connotu pistas.

Chi de s’andanta tua su lugore

mudat in umbra totu su vigore

chi astrat alfabetos in pedriscias

e insegus fues brincos de s’ingannu

pro chi su giogu sas noderas liscias

isolvet de uraganu assurdu dannu :

che trista marioneta bramas friscias

in isoladu cras bentosu afannu

chena divessa logica e ladinu

de bessire dae tempus che felinu

illonghende su murru a sos galanos

e prus pretzisos eternos momentos

de sos tebios rajos solianos

o in su bafu ch’at perdidu alentos

iscalcheddadu cun ammentos vanos

ue frazat picados sos intentos

e d’esister a impositu fortzadu

in donzi interpellantzia marcadu.


Presentazione tradotta

 La morte – ultima compagna –

in questi versi quasi vezzeggiata

Bianca l’ha dipinta in nero

ma mai la considera un’intrusa

Come ritratta in questi versi

anche io – piccola scaglia di sale –

la vesto - come fossero d’oro -

con le ottave del Logudoro.  

martedì 12 ottobre 2021

Visite di Atropo - inedita di Bianca Mannu


 Visite di Atropo

 

Incappucciata e in veste nera se la figura ognuna/o

tremando infantilmente al ritorno del mitico profilo

quando  - compagno di letto - uggiola come noia

un male indeciso e pellegrino  che ninnando vocalizza:  

“Non ora - c’è tempo – c’è … tempo – ancora … non è l’ora …”

E sul frizzo birichino più dolce signoreggia il sonno.

 

Ma più funereo straccio torna  a claudicare

sui bordi semispenti delle ciglia

quando la vita inclina alla fatica

dello stare in giaciglio incattivito

dopo il più cattivo giorno capovolto:

così straniata/o che non ti riconosci più.

 

Sulla tua china trascolora la luce

ancor di più verso un livore d’ombra 

che gela gli alfabeti sulla soglia.

Tu fuggi all’indietro sulla capriola

dell’inganno - ma il gioco scioglie le corde

 all’uragano degli assurdi: triste

saltimbanco di volizioni postume.   

Non c‘è rimedio a questa solitudine ventosa –

non altra logica se non questa:

di uscire dal tempo nel singolare

modo del gatto – allungarsi del muso

a cogliere l’attimo unico ed eterno

di tepore in una traccia di sole

o in un baffo sbiadito di memoria

dove dilegua il tuo graffito d’esistenza

con la prescrizione assoluta

d’ogn’ istanza.

 

 

 

Noticina- Ringrazio di cuore i siti che mi hanno permesso di usare le immagini 
 

lunedì 16 agosto 2021

Un copia e incolla di b. Mannu del post pubblicato su FB da Stefania Pili Melis

 

Era il 1956 quando il filosofo ebreo e tedesco Günther Anders scrisse questo passaggio all’interno del suo libro.. :

"Per soffocare in anticipo ogni rivolta,

non bisogna essere violenti.

I metodi del genere di Hitler sono superati.

Basta creare un condizionamento collettivo così potente

che l'idea stessa di rivolta non verrà nemmeno

più alla mente degli uomini.

L' ideale sarebbe quello

di formattare gli individui

fin dalla nascita

limitando le loro

abilità biologiche innate.

In secondo luogo,

si continuerebbe il condizionamento

riducendo drasticamente l'istruzione,

per riportarla ad una forma di inserimento professionale.

Un individuo ignorante

ha solo un orizzonte

di pensiero limitato

e più il suo pensiero è limitato

a preoccupazioni mediocri,

meno può rivoltarsi.

Bisogna fare in modo

che l'accesso al sapere diventi sempre

più difficile e elitario.

Il divario tra il popolo

e la scienza,

che l'informazione

destinata al grande pubblico

sia anestetizzata

da qualsiasi contenuto sovversivo.

Niente filosofia.

Anche in questo caso bisogna usare

la persuasione

e non la violenza diretta:

si diffonderanno massicciamente,

attraverso la televisione,

divertimenti che adulano sempre l'emotività o l'istintivo.

Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso.

E' buono,

in chiacchiere

e musica incessante,

impedire allo spirito di pensare.

Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani.

Come tranquillante sociale, non c'è niente di meglio.

In generale si farà in modo di bandire

la serietà dell'esistenza,

di ridicolizzare tutto ciò

che ha un valore elevato,

di mantenere una costante apologia della leggerezza;

in modo che l'euforia della pubblicità

diventi lo standard

della felicità umana.

E il modello della libertà.

Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione,

che l'unica paura,

che dovrà essere mantenuta,

sarà quella di essere esclusi dal sistema

e quindi di non poter

più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.

L' uomo di massa,

così prodotto,

deve essere trattato

come quello che è:

un vitello,

e deve essere monitorato come deve essere un gregge.

Tutto cio' che permette

di far addormentare

la sua lucidità

e' un bene sociale,

il che metterebbe

a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato,

Ogni dottrina che mette

in discussione il sistema deve prima essere

designata come

sovversiva e terrorista

e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali. "

Günther Anders, "L'uomo è antiquato" 1956

giovedì 12 agosto 2021

CAMPIDANO - inedita di Bianca Mannu

 


Signoreggiano  i quattro venti

sull’ambigua soavità di questi avvallamenti:

canti e lamenti e brevi assopimenti

 

Del gran cielo gli infrequenti pianti

sostentano l’argento degli ulivi

e – a monte – il verde

 scampato all’empietà dei roghi

riprende a nereggiare

fingendo il vigore che non ha

a consolo degli affannati Campidanti[1]

E sta come muschio portentoso

attaccato alle  costole spolpate

di troppo antichi greppi

a sfidare  probabili olocausti

 

L’estate dell’agro – anche fuori di stagione –

si vendica con afe di subumana densità –

 carezza ai ditteri – decollati dai tiepidi acquitrini  -

 il tempo breve della loro vita

 con feraci pasti di sangue ovino e cacche

E quello stesso verde – di più verde inganno –

pare chinarsi sulla valle anela per smussare

l’assillo debordante delle stoppie

 

Noi vecchi – avvezzi a interrogare il cielo -

spiamo l’incerta gravidanza delle nuvole

come se avesse ancora senso

trarre auspici da un fattuale ribelle

alla già fragile costanza del saputo

E quelle – sì – sgravano di colpo e tutte -

dove e come non si sarebbe immaginato

Così termina - o uomo – la tua palese storditezza:

ancora la mandi abbigliata in una foggia


ch’era – dicevi - di fatale innocenza -

che ora etichetti come stile

di “economica necessità”.    

 



[1] Contrazione inventata per Campidanesi esistenti ed esitanti.

domenica 8 agosto 2021

SE ... - inedita di Bianca Mannu


Se …

 

Se ti stupisce la luna

colta a occhieggiare

- neonata – l’oro di ponente

non hai colpa

 

Se col suo lato oscuro

disdegna la luna

le nuvole a baffo di fumo

uscito dalla pipa di Dio

non ha colpa lei

 

Non ha colpa quel baffo

indice di sacrosanto vizio

se a lei nasconde

la strizzatina d’occhi tremolante

d’una Venere sola

che

nell’argentato firmamento

ce la mette tutta

a perdurar lucente


martedì 27 luglio 2021

VIRAGGI - inedita di Bianca Mannu






 

Anche la voce - trafugata

nel guizzo perenne dell’istante -

sventola insonora

in una tristezza di memorie:

 fumo che si disfa

 e mi cancella ogni riparo –

anche  la pelle

 

Non l’ombra - ma l’intero silenzio

cade da un cielo senza stelle

come una polvere

a comprimere il respiro nell’affanno

che disconosce il suo destino


E mi complica l’agio

del trapasso.


venerdì 21 maggio 2021

All'ultima svolta = A s'ultima bortada (Italiano / sardo-logudorese Mannu - Altana)

 


A s’ultima bortada 


Arrughidas o mes’istudadas

lumeras biddas de s’intragna tua –

leant caminu inconnotu

ch’ispibinat iscazos de fumadigos.

Moer de velas e remos presu a tzipos

forsis da unu Deus chi non ti amat

o dae fadu chi non si declarat.

Pro chi testarda aspresa de respiru

azulit cussas betzas franzas tuas

a remare continu

acherra a cussa basa disprejada.

Est custa umanidade de su fadu:

chi mirat s’imbidibile – ma non su chi prevedit

forsis pro disizare s’evidente.

Misteriosu in tempus e usantzia

fadu marcadu a caldu

cun andare isfrenadu

in bundas de inferchidas ganas –

balu moribundas – e como apuntziadas

apagadas dae mossos d’aria istraca.

Fit avreschende cando ti sigheit

che ivelu cussas noas.

Tempus inchesu de ispantu e giogu

fit su tou chena lacanas – a iscias birdes:

chena timores de bi poder bisare

s’ausentzia tua briva de assustu –

che brincare una die de iscola.

Cunfortada: dias aer apidu alas –

A s’ultima bortada.

Arrughidas o mes’istudadas

lumeras biddas de s’intragna tua –

leant caminu inconnotu

ch’ispibinat iscazos de fumadigos.

Moer de velas e remos presu a tzipos

forsis da unu Deus chi non ti amat

o dae fadu chi non si declarat.

Pro chi testarda aspresa de respiru

azulit cussas betzas franzas tuas

a remare continu

acherra a cussa basa disprejada.

Est custa umanidade de su fadu:

chi mirat s’imbidibile – ma non su chi prevedit

forsis pro disizare s’evidente.

Misteriosu in tempus e usantzia

fadu marcadu a caldu

cun andare isfrenadu

in bundas de inferchidas ganas –

balu moribundas – e como apuntziadas

apagadas dae mossos d’aria istraca.

Fit avreschende cando ti sigheit

che ivelu cussas noas.

Tempus inchesu de ispantu e giogu

fit su tou chena lacanas – a iscias birdes:

chena timores de bi poder bisare

s’ausentzia tua briva de assustu –

che brincare una die de iscola.

Cunfortada: dias aer apidu alas –

Cunfortada: dias aer apidu alas –

morta: onzi bene mundanu

dias aer biadamente lassad’andare –

asi comente – finghende – sa mannedda

ti cumbinchiat chi olende dae susu

aiat apidu sighidu onzi tou cuntentu

onzi birde ispassizu in donzi padru

onzi duda de mundu innoghe in basciu.

S’ingurdimine deidade de Cromo

Tancat in mitu s’angustia de ratza.

Ma est tou su tempus matanosu de sa coa:

Non restat che andare aisetende –

A sulos e isbrufos – chena ghia su coro –

Oriolada in fundu a unu letu –

partida in anneos cuntrapostos:

si currer a s’istatzione sua

o fingher de iscosire a caru fadu

una o prus pasadas de ispera…

comente si su simplitze poi

diat poder cun ispinas dare rosas.

che tale poi poterat abberrer

punzu tancadu pro ti dare colpu

- como! – cussu pinzu chena nome –

cussu - non cunfessadu –

chi a su poi cuadu as arribbadu

che aparinadu contu

pro nou iscampu da ultima sorte.

Vana! – comente ischias e coment’ischis.

Un’apuntu:

Su nostru tempus de gosu,

intro s’istrinta musarola de su covid,

si ch’iscudet in su respinghidu cunsideru

de sos iscascios acabbadores longos e curtzos

trancuiglios o dolorosos e de botu los burrat

dae oros de pessu, oriolos chi sunt frecuentes

in sos betzos. Issos (e deo tra issos) unu pagu

leant allizu dae sos rajos de s’issoro sole

moribundu e poi unu pagu s’arritzant

illonghende-si pro aggantzare rajos manzaniles

chi esistint abbia in s’ammentu.

 

All'ultima svolta - 

Affiochite o semispente

le luci della tua città interiore -

prendi un cammino ignoto

che sgrana frane di fuliggine.

Di vele e remi il moto è messo ai ceppi

forse da un Dio che non ti ama

forse dal Caso che non si dichiara.

Eppure l’asperità caparbia del respiro

eccita tuoi obsoleti lembi

a remare e remare

verso il Capolinea detestato.

È questa l’umanità del Fato:

vedere l’invisibile – ignorare il prevedibile

e poi – forse - volere l’irrefutabile.

Misterioso nel tempo e nella prassi

fu impresso a caldo il Fato

con cadenza irreversibile

sul rigoglio di appetiti inoculati –

ancora un poco vivi – adesso rastremati –

che paghi a boccate d’aria stanca.

Era appena l’alba quando ti raggiunse

come rivelazione la Novella.

Il tempo fiammante di sorprese e giochi

era tuo senza frontiere - a verde aiola:

senza patemi potevi vagheggiare

la tua assenza priva di spavento –

come bigiare una giornata a scuola.

Rassicurata: avresti avuto ali -

se morta - e ogni bene mondano

avresti beatamente sorvolato –

così come - mentendo - la nonna

ti persuadeva che volando da lassù

avrebbe seguito ogni tua gioia

ogni tuo verde spasso su ogni prato

ogni tuo dubbio sul mondo di quaggiù.

L’ingordigia e la deità di Crono

chiudono in mito l’angoscia della specie.

Ma tuo è il tempo faticoso della coda:

non resta che andare rimanendo -

a soffi e sbuffi - in folle il cardias –

smaniosa in fondo a un letto -

divisa in ansie contrapposte:

se affrettarti alla Stazione ovvia

o fingere di scucire al Fato esoso

una o più soste speranzose …

Come se il semplice Poi

potesse con le spine dare rose.

Come se quel Poi potesse aprire

il chiuso pugno per donarti d’un colpo

- ora! – quel bene senza nome -

quello – non confessato –

che al Poi segretamente hai riservato

come saldo di conto

per altro scampo dalla finale sorte.

Inutilmente!- come sapevi e sai.


 Nota di Bianca per Antonio Altana - Considero Antonio Altana un Autore di grande sensibilità poetica e bravura espressiva e significativa. Il sardo-logudorese ha offerto nel passato così come attualmente, esempi di singolare raffinatezza poetica. Certamente Antonio Altana, non solo si è alimentato di essa, ma ha continuato e continua a mantenere, da esule in Penisola, non solo un profondo legame con la cultura e la lingua natie, ma ne approfondisce le possibilità creative aprendosi alle tematiche della cultura nazionale ed europea con le note ambivalenze. E in virtù di questa postura, Altana mette in azione con grande perizia il suo idioma confrontandosi in modo efficace e squisito con i temi di questa inquieta contemporaneità.