IL SOGNO D’UNA COSA
Troppo
chiaro il giorno:
raffiche
di luce
sulla
fatica di fare
e
sull’occhio torbido
di
tinte abituali.
Di
qua dal mare aperto
e
dai deserti
i
duri prodigi
del
bisogno stringente
orchestrano
usuali
gesti
e suoni
nell’alterno
fuggire
e
tornare del sole.
Persino
gli orrori,
impastati
con
pane e saliva,
abitano
la bonomia
familiare
dei nomi
gridati
nei vicoli,
e
quelli, additando,
ancora
concertano
eventi
d’uomini e cose
sempre
– già detti
e
un poco già vissuti.
Ma la notte …
solo la notte
ha
occhi di stelle!
Ma
la notte,
notte
del Sud,
nascendo
vetrosa
dalla
spenta luce,
s’ingravida
di prodigi
orfani
dei bagliori
accecanti
del giorno;
e
sosta in attesa
sulla
soglia degli occhi,
davanti
alla bocca
di
miele inatteso …
E il sogno,
concrezione
spettrale
di
speranze tenaci,
insiste
sul fondo scuro
della
luce assente.
Un testo poetico dedicato al Natale. Siccome la parola "Natale" non è esposta, il testo risulta estraneo all'argomento del giorno: il Natale festaiolo, sacrificato per necessità.
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