Niente!
La mia notte dimentica del giorno
mi scioglie dalla vita
mi emancipa in un niente …
beota
Crepitii d’ossa – la
cieca rivolta
del corpo alla ruggine
dei giunti –
mi scaraventano intera
in un grigiore d’alba
Niente da ricordare
che fosse moto o fissità
o spessore o indizio
di speranza: notturno
d’assenze …
Così morta che il
sogno – un segno
dell’umano o simbolo
di senso -
non pare aver più germe
o asilo in questa plaga
E nulla – proprio più
nulla
dalla trista
consecutio - come appiglio
o guado o qualsivoglia
seme di salute
sporge all’irto giorno
Irto della sua vuota
luce
si fa del disumanare
cosmo:
uomini-criceto in
corsa per la dose
dentro un labirinto che
inghiotte la voglia di
domande.
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