Come non tutti - lui lei omo ermafrodito o trans – voi -
col sudore che vi scorre lungo le sopracciglia a grotta
sopra gli occhi intenti dietro la mani laboriose -
avete nozione di come il tempo vi consumi
secondo motivi incompatibili?
Sì - voi che avete scaldato i banchi della scuola
e quelli della chiesa - alla messa e al Dies irae -
voi che avete ascoltato o letto il racconto
d’un ente misterioso: di un senzafaccia
sulle ossa bianche come calce apparire
in forma di sincope o
spavento a decretarvi
la fine della gita in faticosa valle – voi
fortunati morirete vecchi e umani
sul vostro giaciglio abituale - col prete
in stola ad amministrarvi l’olio santo
e a convincervi in extremis – data improbabile
ogni altra soluzione - che un mondo di là
vi aspetta migliore di questo immiserito
all’insopportabile gravezza del respiro.
Succede invece ad altri - solerti e maledetti -
di sapere in un lampo che “vivere” è ben diverso
che aspettare l’oltraggio della maschera di Atropo sul letto.
Ecco per costoro i “compiti in classe” giornalieri:
sul campo con le falciatrici e i rostri del trattore –
in cantiere tra schiacciasassi betoniere e gru –
in fabbrica a scherzare
coi forni e con le trance
ma anche con rulli ed orditoi della gentile tessitura ...
Proditoria registra il tuo profitto un’infinita solitudine di
luce:
bianca e netta da ogni sacramento – spogliata dal
dovere di conferire un supplemento di prova
o un iter di nuovo apprendistato.
Lei non verrà come Sorella Morte – lenta
e in gramaglie francescane – a segnare
il commiato dell’uomo con
l’umano.
Invece sarà bianca: un foro glauco
su una coscienza dislocata sulla tovaglia
immacolata di un banchetto vegano.
Nota - Parlare di morti bianche significa che l'ipocrisia è al potere. Significa che una società è incapace di riconoscere e attribuire le responsabilità per i modi con cui viene richiesto erogato e gestito il lavoro, il quale viene valutato e concepito come cosa contabile e commercialmente valutabile; come cosa scissa dalla persona che, per sua condizione sociale, non può gestire e controllare le logiche e i modi della sua erogazione e destinazione.(BM)
La ripropongo come segno e memoria della Festa Internazionale del Lavoro. Tristemente il lavoro si tramuta spesso in situazione mortifera per il lavoratore. Ma oggi più che mai il lavoro più favorito sembra quello capace di mandare a morte migliaia di vite umane, mettere in discussione la civiltà dell'umana convivenza e mandare gambe all'aria ogni civile manufatto e ogni giusta preoccupazione risanatrice verso la Terra che ci ospita e che risulta molto devastata e a rischio grave. Credo che almeno la terza parte degli otto miliardi circa di viventi potrebbero - incrociando le braccia per un'ora - costringere i guerrafondai di ogni sito a sedersi - disarmati e senza divise - attorno a un tavolo per stabilire nell'immediato ogni conflitto armato e produrre un organismo terzo, senza possibilità di veti da parte di nessuno, che vigili e coordini le discussioni per un nuovo e diverso ordine mondiale. Dite che sogno? Sì; da ottant'anni. (B. M.)
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