venerdì 29 aprile 2022

Non hanno lo stesso colore - versi inediti di Bianca Mannu - riproposta per il 1° Maggio


Come non tutti - lui lei omo ermafrodito o trans – voi -

col sudore che vi scorre lungo le sopracciglia a grotta

sopra gli occhi intenti dietro la mani laboriose -

avete nozione di come il tempo vi consumi

secondo motivi incompatibili?

Sì - voi che avete scaldato i banchi della scuola

e quelli della chiesa - alla messa e al Dies irae -

voi che avete ascoltato o letto il racconto

d’un ente misterioso: di un senzafaccia

sulle ossa bianche come calce apparire

in  forma di sincope o spavento a decretarvi

la fine della gita in faticosa valle – voi

fortunati morirete vecchi e umani 

sul vostro giaciglio abituale - col prete

in stola ad amministrarvi l’olio santo

e a convincervi in extremis – data improbabile

ogni altra soluzione - che un mondo di là

vi aspetta migliore di questo immiserito

all’insopportabile gravezza del respiro.

Succede invece ad altri - solerti e maledetti -

di sapere in un lampo che “vivere” è ben diverso

che aspettare l’oltraggio della maschera di Atropo sul letto.

Ecco per costoro i “compiti in classe” giornalieri:

sul campo con le falciatrici e i rostri del trattore –

in cantiere tra schiacciasassi betoniere e gru –

 in fabbrica a scherzare coi forni e con le trance

ma anche con rulli ed orditoi della gentile tessitura ...

Proditoria registra il tuo profitto un’infinita solitudine di luce:

bianca e netta da ogni sacramento – spogliata dal

dovere di conferire un supplemento di prova

o un iter di nuovo apprendistato.

Lei non verrà come Sorella Morte – lenta

e in gramaglie francescane – a segnare

il commiato dell’uomo  con l’umano.

Invece sarà bianca: un foro glauco

su una coscienza dislocata sulla tovaglia

immacolata di un banchetto vegano.

Nota - Parlare di morti bianche significa che l'ipocrisia è al potere. Significa che una società è incapace di riconoscere e attribuire le responsabilità per i modi con cui viene richiesto erogato e gestito il lavoro, il quale viene valutato e concepito come cosa contabile e commercialmente valutabile; come cosa scissa dalla persona che, per sua condizione sociale, non può gestire e controllare le logiche e i modi della sua erogazione e destinazione.(BM)

 La ripropongo come segno e memoria della Festa Internazionale del Lavoro. Tristemente il lavoro si tramuta spesso in situazione mortifera per il lavoratore. Ma oggi più che mai il lavoro più favorito sembra quello capace di mandare a morte migliaia di vite umane, mettere in discussione la civiltà dell'umana convivenza e mandare gambe all'aria ogni civile manufatto e ogni giusta preoccupazione risanatrice verso la Terra che ci ospita e che risulta molto devastata e a rischio grave. Credo che almeno la terza parte degli otto miliardi circa di viventi potrebbero - incrociando le braccia per un'ora - costringere i guerrafondai di ogni sito a sedersi - disarmati e senza divise - attorno a un tavolo per stabilire nell'immediato ogni conflitto armato e produrre un organismo terzo, senza possibilità di veti da parte di nessuno, che vigili e coordini le discussioni per un nuovo e diverso ordine mondiale. Dite che sogno? Sì; da ottant'anni. (B. M.) 



 

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