Non pochi di noi, cittadini con peso specifico incerto, pensano alla razza di "competenti" che, dai posti di comando, ha riempito i registri della P2 e del malaffare, ha deciso il clima Paese e l'entità organizzata dei suoi lutti. (BM)
Il fascino discreto della “competenza”
Ora, il problema che
viene lasciato sotto traccia adottando questo criterio di “competenza” è che i soggetti
che provengono da queste grandi istituzioni sono fatalmente degli insider, sono
cioè soggetti che hanno potuto fare la carriera che hanno fatto perché hanno
accettato il sistema esattamente per come si presentava loro, ne hanno onorato
le regole, hanno mostrato affidabilità nell’incarnarle e implementarle, hanno
obbedito agli indirizzi egemonici nell’impianto ideologico, si sono anche
indebitati moralmente con altri membri del medesimo establishment, che ora
sanno di poter contare su di loro.
Lodare i “competenti” in grazia della loro “eccellenza” e
“rappresentatività” alla guida del paese significa in concreto incoronare non
qualcosa di neutro e tecnico come la conoscenza pratica, ma qualcosa di
ideologicamente ben definito, cioè l’appartenenza organica al sistema
capitalistico internazionale e alle sue oligarchie finanziarie.
Lodare i “competenti” in grazia della loro “eccellenza” e
“rappresentatività” alla guida del paese significa in concreto incoronare non
qualcosa di neutro e tecnico come la conoscenza pratica, ma qualcosa di
ideologicamente ben definito, cioè l’appartenenza organica al sistema
capitalistico internazionale e alle sue oligarchie finanziarie.
Che l’alta borghesia italiana … sia di ciò entusiasta e ci
tenga a farvelo sapere è nell’ordine delle cose … è sincero entusiasmo il loro
… Che di ciò si entusiasmi la media e piccola borghesia, o addirittura la vasta
maggioritaria distesa di chi lotta per tenere la testa sopra l’onda ogni
giorno, beh, questo è un triste fraintendimento.
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