Rose rosse
a
fiammeggiare
per
due sere o poco più
entro
la presunta aureola
che
il lume della lampada
verserebbe
sull’intimo
drappeggio
della tavola –
se
sulle guance e in cuore
già
non fossi accesa tu
Cinque
rose rosse
a
bagnare di porpora
un
alone d’attesa
e
l’ombra delle ciglia
dove
trascorre appena
un
guizzo ratto e lieve –
il
ritmo del cuore
fa
premura all’accidia
del
tempo incatenato
alla
parabola del sole
Ma
di cinque – come di molte
rose
– l’ardore presto nereggia
Gualcisce
la bella veste
e
nell’onta della necrosi s’umilia
Cinque
fulvo-vellutate rose
arrossarono
un tenero richiamo
rutilarono
appena una promessa
Tempo
scaduto!
Hai
gettato nel pattume
anche
il ricordo?
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