giovedì 20 maggio 2021

All'ultima svolta - inedita di Bianca Mannu

Affiochite o semispente
le luci della tua città interiore -
prendi un cammino  ignoto
che sgrana frane di fuliggine.
Di vele e remi il moto è messo ai ceppi
forse da un Dio che non ti ama
forse dal Caso che non si dichiara.
Eppure l’asperità caparbia del respiro
eccita tuoi obsoleti lembi 
a remare e remare
verso il Capolinea detestato.
È questa l’umanità del Fato: 
vedere l’invisibile – ignorare il prevedibile
e poi – forse - volere l’irrefutabile.
Misterioso nel tempo e nella prassi
fu impresso a caldo il Fato
con cadenza irreversibile
sul rigoglio di appetiti inoculati –
ancora un poco vivi – adesso rastremati –
che paghi a boccate d’aria stanca.
 
Era appena l’alba quando ti raggiunse
come rivelazione la Novella.
Il tempo fiammante di sorprese e giochi
era tuo senza frontiere - a verde aiola:
senza patemi potevi vagheggiare
la tua assenza priva di spavento –
come bigiare una giornata a scuola.
Rassicurata: avresti avuto ali -
se morta - e ogni bene mondano
avresti beatamente sorvolato –
così come - mentendo - la nonna
ti persuadeva che volando da lassù
avrebbe seguito ogni tua gioia
ogni tuo verde spasso su ogni prato
ogni tuo dubbio sul mondo di quaggiù.
 
L’ingordigia e la deità di Crono
chiudono  in mito l’angoscia della specie.
Ma tuo è il tempo faticoso della coda:
non resta che andare rimanendo -
a soffi e sbuffi  - in folle il cardias –
smaniosa in fondo a un letto -
divisa in ansie contrapposte:
se affrettarti alla Stazione ovvia
o fingere di scucire al Fato esoso
una o più soste speranzose …
Come se il semplice Poi
potesse con le spine dare rose.
Come se quel Poi potesse aprire
il chiuso pugno per donarti d’un colpo
 - ora! – quel bene senza nome -
 quello – non confessato –
che al Poi segretamente hai riservato 
come saldo di conto
per altro scampo dalla finale sorte.
Inutilmente!- come sapevi e sai.
 
Noticina - Il nostro tempo godereccio, dietro la stretta museruola del covid, impatta nella repulsione di considerare le svolte terminali, lunghe o brevi, tranquille o dolorose. E d'impulso cancella dall'orlo del pensiero quell'inquietudine che è particolare dei vecchi. Essi (io sono tra loro) un po' s'afflosciano ai raggi del loro sole moribondo, un po' si rizzano protervi ad afferrare raggi mattutini che esistono solo nel ricordo.        

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