Nota - La documentazione storica, la letteratura e la poesia, (per il tramite dei suoi grandi Testimoni - cito per tutti Primo Levi), la pubblicistica sulla ricerca storica, la cinematografia, il teatro, la riflessione filosofica, la musica (col ricupero e la diffusione di quanto anche in condizioni di prigionia si produsse e fu memorizzato) sono la materia fondamentale su cui fondare la nostra memoria. Le Istituzioni statuali hanno il dovere di valorizzare ulteriormente e diffondere tali produzioni, così come di cercare nella contemporaneità i nessi viventi con quella memoria. E ciò viene fatto, malgrado le costrizioni della pandemia.
Ma l'esercizio della memoria non può essere un rituale volto al passato. Ci sono, nella nostra vita quotidiana tutti i motivi per la nostra vigilanza sulle Shoah del momento presente, che sembrano e non sono meno orride, solo perché l'assetto mondiale attuale ha spezzettato le guerre e le persecuzioni e per un po' le porta sotto i nostri sguardi distratti, quasi incalliti alla sopportazione dei misfatti quotidiani. Chi sono gli espropriati, i perseguitati, le vittime designate del nostro tempo? Quelli che - nel tratto che i nostri occhi si prendono per tergere la sclera - sono già cancellati in un silenzio di spalle sollevate? Non si tratta di commemorare con poesie e racconti inventati per un contesto che risulta- ovviamente - appreso, distante dal vissuto immediato e consegnato a una nicchia storica. E' troppo facile gridare adesso contro le leggi razziali del 1938! Ci sono milioni di bambini che muoiono di fame, che ammalano e che non possono essere curati, perché sembra primario il business dei medicinali...
Che atteggiamento assumiamo, oggi, nei confronti delle diaspore che attraversano un'Europa quasi sorda e i suoi popoli chiusi nelle proprie paure e nei propri egoismi? Giorno della memoria è la coscienza critica da usare con lucida razionalità e cuore partecipe verso le inadempienze, le chiusure e gli affarismi del nostro tempo. Ricordiamoci che ci furono e ci sono molti gruppi etnici che subiscono quello che subirono ebrei, zingari, e altri popoli di diversi continenti, settant'anni or sono.
Basandomi su questo genere di considerazioni e sentendomi concittadina dei viventi calpestati, non spezzo lance poetiche per quelli che già furono vittime e che, consapevoli, soffrirono e morirono affidandoci, col loro ricordo, l'impegno a non permettere repliche. Io mi chiedo che cosa o chi sono io, adesso, a chi mi voglio accostare, quali casi e ragioni hanno fatto sì che io sopravvivessi, senza meriti.
Ecco, per chi voglia, la mia memoria di allora, testimone di quella casualità che decise fossi piccola e fossi tra coloro che non furono oggetto di pogrom.
1 - Quadri di storia patria
ma noi non avevamo il naso a uncino:
ci credevamo nati dal ceppo latino
e di entrare in Asse per virtù romana
dal crucco smargiasso - come poi si seppe –
che dopo il ‘18 si credette ariano
per stare al pari del bianco americano
non volendo nel parlare parere fioco
gridò per un decennio a squarciagola
s’insediò sopra tutti in alto loco
indi per poco fu maestro ai crucchi
Allora per forza toccò alla ciurma
degli animali sani bandir la schiuma
dei fascisti insani e cacciar dall'Italia
cani nazisti e abbaianti crucchi .
immersa nel tempo di guaste stagioni
guizzavo sul suolo creduto a mia misura
sotto i baleni e in ambiti prigioni
Un po’ di valle e un po’ di monte:
uno sfondo per ubicare
il corpo mio d’infante
poco oltre il cortile familiare …
il caso mi donò - con la voce paterna -
il “mare” in figura ed in parola nobile
con alone affettuoso di lucerna.
d’azzurro innocente giù in cucina –
s’apri di valli una felice Arcadia
sparsa di gente quieta e cittadina.
Dal cielo: “Bombe!” urlò tra la gragnuola
fuggendo a frotte scalza nella notte
la gente ansante verso boschi e grotte.
Me spaurita - issata su due braccia -
presi sonno come legno sul mare -
sparso di fuochi e guizzi di lampare -
che col silenzio cedeva su bonaccia.
Nella veglia a sprazzi ricordavo
confusamente di tremare
spiando in cielo false stelle
e l’aria ascoltando paventare
l’arrivo alto e orrido di quelle!
Esistere per noi e me
- scarsi di corpo e magri indizi
d’anima in un culo di mondo –
pur nell’oscuro spavento
di mire ed abusi detonanti
dagli inspiegati Altrove -
… esistere era bazzicare “liberi”
tra il brullo monte delle capre
e uno spicchio appena ilare di valle:
china d’erbe sotto l’incombere -
ignoto e a strappi - dell’ inferno …
o tortore o pernici o persino faine -
ignare di doppiette spietate tra le siepi …
Ad ogni schiocco era un filare a vanvera
a scrollarsi l’ottuso panico dal cuore
aizzato dalla memoria immemore
che calcola prima d’ogni matematica
da sembrar connaturato al vivo:
scansare fossi d’ombra
e sfuggire all’ammicco d’ogni luce
irrigidirsi al pulsare timido di foglie …
Scansarsi sempre non sapendo da che -
mingere panico – ma credersi … salvati
nel dare uno strillo fuor dalla paura
Triste oggidì: apprendi con stupore
che non bastò la fifa in quelle ore:
farsi eredi d’un archiviato figuro
è come battere fuori tempo
su uno scassatissimo tamburo.
Mi scuso con i lettori: mi sono resa conto di una svista, che ho corretto: razziali, aggettivo derivato dal sostantivo razza ha due z. Le ore notturne in cui solitamente trascrivo i post ottundono la mia sorveglianza visiva. Ciao a tutti.
RispondiEliminaUn commento ulteriore. Qualche lettore curioso e paziente, avendo letto nei pochi versi qui postati le mie memorie di bambina molto piccola in piena guerra, si sarà chiesto per quale motivo ho pubblicato memorie cosi poco drammatiche, all'apparenza, il giorno della Memoria che, invece, riporta in evidenza memorie drammatiche. Ebbene, anche molti sardi furono fascisti e tra essi ci furono coloro che fecero la spia ai fascisti e ai tedeschi circa la presenza di Ebrei, di antifascisti e "Batogliani"(così le SS e i militi tedeschi usavano indicare i militari italiani sbandati dopo l'8 settembre del'43) nei nostri villaggi e difficili contrade. Fu il nostro relativo confinamento geografico rispetto ai piani bellici a risparmiarci le tragedie che marcarono la Linea Gotica e la guerra civile scatenata dai repubblichini di Salò.
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