QUOT DIES
Processione di
giorni crocifissi
alla fretta
meridiana del pasto
che nulla
concede a melopèe
conviviali di
drammi abusati.
Tempo contratto
sul filo di bava:
crinale che
incide e sutura
i due lobi
coscritti del giorno.
Giorni
somiglianti ad altri giorni
come chiodi ad
altri chiodi
alla bocca
della stessa chiodaia.
E, inospiti,
sgranano …
Sorti agli
estremi taglienti …
… degli orli.
Una pace
cattiva li esala
e li intesse di
silenzi petrosi
con l’ansito
assiduo degli occhi
inselvati in un
“oltre” profano.
Chiamato in causa o no, c'è sempre un contesto personale e sociale di riferimento. I ruoli tradizionali conservano la loro rigidità anche nei subconsci individuali mentre i caotici mutamenti economico-sociali entrano di forza nel privato e scuotono le maschere di certezza, rappresentate da affetti sempre più problematici. Siamo nell'ultimo trentennio del '900.
RispondiEliminaoilà la classe ouvrière: maggiorenne per lavorare, minorenne per votare. Il grande fallimento dei socialismi democratici, dei socialismi elitari,dei socialismi autocratici: aver praticamente sancito l'impossibilità storica dell'uguaglianza delle opportunità, anche attraverso l'universalità dell'istruzione e la protezione dell'infanzia. Nei paesi (pochissimi per davvero) dove si attinge parzialmente a quel livello, lo si fa mettendo in atto politiche protezioniste e dimenticando la responsabilità dei paesi ipersviluppati nel depredare in modo liberal capitalistico i popoli ex coloniali. Ma escluderei che le destre, sia pur variamente colorate, abbiano proposte diverse da quello di scatenare
RispondiEliminaconflitti di stile etnico-razziale, in modo che il "guidatore" - "padre" decida per tutti come stare al potere.
" Ma questo che c'entra con la poesia?"-chiederà qualcuno.
Centra. Perché il/la poeta è homo, come homo sa che tutto ciò che vive è destinato a morire, e perciò deve fare i conti come individuo e come elemento della specie con questa verità assoluta del morire che toglie senso a ogni determinismo escatologico e anche alla trascendenza soprasensibile.
Allora, o soggiacere al nostro nulla fuggendo verso un godimento elusivo (per chi possa e si contenti) o tentare un trascendenza immanente: riempire di senso fraterno questo nostro nulla facendoci sensibili e presenti alla sofferenza dei più.