Erma
Come un’erma bifronte
fai già parte del mito
- de materializzato
E qui dove io sto – qui tu compari
senza restare – qui - dove a dirotto piove
Qui il mare è solo un fiume grigio
Su questa traccia oppressa dalle nuvole
-simili a scarabocchi mobili-
uccelli di palude cercano il vento
tra i rari singulti della pioggia
Taluni miei pensieri
e certe immagini tue
si tengono per mano
senza volersi bene
Attraversano la mia abitudine
- oggi così sapida di fango -
da passeggeri ordinari
serrati
nei loro vestimenti scoloriti
per l’uso e l’abuso della mala ora
Scontano in spettrale pacatezza
la condanna per frode alla vita
Né fremono ai soprassalti d’acqua
sulla capote dell’auto parcheggiata
Come un guscio questa mi contiene
e chiude anche me nel qui stralunato
- rastremato in una quiete artificiale.
Me che niente aspetto - se non che spiova
e si plachi - nella ripresa del fare -
questa proiezione di ghiribizzi
e irragionevoli memorie di te -
che si spiaccicano e si deformano
fluendo - con le gocce - sul parabrise.
E qui
- davanti al mio sguardo erratico -
raccolte in rivi gonfi di mestizia
scivolano
come se l’acqua infetta
dei ricordi potesse
tramutarsi
in pianto irrefrenabile e puro
Un gelido umidore trapassa
con uno scatto - invece - le lamiere …
Ma io sto già
dove il sereno irrompe.
Talora il vissuto ritorna come un rimorso.
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