Mi piace accostarla alla pacifica marcia antirazzista e antifascista svoltasi oggi a
Macerata.
Per non dimenticare e fare non disutili collegamenti.
(B: M.)
Amsterdam
A
portarmi fu il caso tra le nove
e le dieci d’una domenica mattina
svoltando a un ponte, uno dei tanti, a destra
lungo il semigelo d’un canale. E
non
questa è la casa, ma soltanto
– mille volte già vista –
sul cartello dimesso «Casa di Anna
Frank».
Disse più tardi il mio compagno: quella
di Anna Frank non dev’essere, non è
privilegiata memoria. Ce ne furono tanti
che crollarono per sola fame
senza il tempo di scriverlo.
Lei, è vero, lo scrisse.
Ma a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni
canale
continuavo a cercarla senza trovarla più
ritrovandola sempre.
Per questo è insondabile Amsterdam
nei suoi tre quattro variabili elementi
che fonde in tante unità ricorrenti, nei
suoi
tre quattro fradici o acerbi colori
che quanto è grande il suo spazio
perpetua,
anima che s’irraggia ferma e limpida
in migliaia d’altri volti, germe
dovunque e germoglio di Anna Frank.
Per questo è sui suoi canali vertiginosa
Amsterdam
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