domenica 26 gennaio 2020

Colonna infame - testo in versi di Bianca Mannu - inedito

Sentirsi e ritenersi simile in tutto e per tutto agli sfortunati che pernottano sotto lo splendido colonnato del Bernini.
Sono stata e sono solo più fortunata per avere sulla testa un tetto infinitamente più umile, ma più riservato, frutto di un lavoro modesto, non ben remunerato, ma che non ha conosciuto interruzioni nocive.
So dell'impegno del Papa e dei suoi vescovi collaboratori. Tuttavia mi riesce difficile sopportare questa realtà che, senza che si possa elevare un dito o chiamare in causa uno o più responsabili, genera milioni e milioni di poveri, come se ci fosse in natura un meccanismo perverso. Meccanismo, sì, ma orribilmente umano e con conseguenze così oceaniche da non poter offrire speranze di risoluzione, a meno che il mondo stesso non si faccia capace di affrontare efficacemente e positivamente il PROBLEMA.
Sentendomi insetto di fronte ad esso, sento un po' come mia la pelle dei poveri e degli impoveriti, e forse in parte miei i loro sentimenti. Dico quanto segue per ricordare come furono espropriate alcune popolazioni centro europee e gruppi umani ideologicamente connotati come alieni e pericolosi, ma rivolgo la memoria a questo presente fastidioso ricacciato nel silenzio o in una visibilità di comodo.

Colonna infame

Ombre di lacerti indegni
ci struggiamo - sparsi –
col grugno basso-
come se faccia
fosse  muso e ringhiasse …
… e certo digrigna -
tra cattivi denti - odio
e inconfessabile vergogna.

A incrociarci
riflessi nel disgusto
della gente perbene
c’incalza la fame
e l’animo canino
rimediato nei vicoli

Cuocere d’infamia
è compensare
con la breve pace
dello stomaco
l’ urto osceno
delle differenze

Scema da noi
l’insegna dell’umano
come abito
che si disfi
sulla pelle
 
Il freddo ci caccerà
dai luoghi
illuminati a giorno 
frequentati
da quelli che si lavano
da quelli che dormono
sui letti
Ci spingerà a  rannicchiarci
negli ipogei dimenticati    
rasentando i cigli
dei suburbi

Estiveremo  solitari
come i cani abbandonati
dai vacanzieri
accanto agli sfiati torridi
dei tombini
e ruberemo l’acqua
alle fontane

Tremerà d’orrore
e di facile consolazione
la comitiva dei turisti
sfiorando la cresta d’ombra
che ci raggruma
in crosta infetta
a deturpare
la faccia irriverente

del giorno.

 

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