venerdì 8 marzo 2019

8 marzo, giornata internazionale della donna

Nota - Non mancano quotidiane ragioni per indicare ciò che non va nella condizione femminile in tutti i paesi del mondo. Non mancano ottime ragioni alla nostra lotta, evidente o silenziosa che sia.
Si profilano all'orizzonte speranze reali per effetto dell'impegno creativo che va sviluppandosi nei settori più complessi e diversi ad opera di donne, anche molto giovani.
Anche per quelle donne come me, che giovani non sono più, c'è sempre da riflettere e imparare.

Oggi voglio dirigere, a chi voglia buttare un occhio in questa paginetta, un breve messaggio in versi liberi che, all'apparenza, sembra alludere a qualche mio problema psicologico o affettivo. Ebbene, no. Si riferisce invece agli effetti lesivi dei modelli predisposti dall'esterno (governo patriarcale di tutto l'orizzonte vitale) come compito e come limite, con significativa allusione all'uso della parola creativa,ossia quella letteraria.
Altra me

Mio sonno - mia tremula 
anima vile 
credeva alle corazze
alle selve d’alabarde
a difesa del cuore pulsante

 La cifra segreta del dire
 ha preso stanza
 dentro la verga …

E nel mio cuore acefalo
inebetisce
come la lingua
nell’eccesso di saliva

Il verso non può che alludere. Ma oggi propongo un discorso molto esplicito e illuminante
Dall’introduzione al  «La poesia femminile italiana dagli anni ’70 a oggi»
 di Ambra Zorat
«Una poetessa che sia nata tra gli anni Trenta e Cinquanta e si sia dedicata alla scrittura negli ultimi trent'anni si è ritrovata a comporre versi in una situazione ambigua e contraddittoria risultando contemporaneamente dentro e fuori dal codice poetico.
Dentro perché sui testi della tradizione poetica italiana si è formata e ne riconosce con passione l'universale bellezza. Fuori perché sa, in modo più o meno consapevole, che dall'elaborazione di questi testi è stata esclusa e la sua immagine è stata costruita da altri in modo falsificante. L'intensità anche tragica con la quale diverse poetesse contemporanee percepiscono ed esprimono le contraddizioni del reale è ricollegabile al fatto che in quanto donne, a lungo fuori dall'elaborazione della lingua poetica e del suo immaginario, provano un forte bisogno di iscriversi nel linguaggio, di recuperare il legame che esiste tra vita e scrittura, ma conoscono bene per averla subita anche la carica di violenza che possiede la poesia.»
«Andrà ricordato come negli ultimi decenni siano stati pubblicati numerosi e validi studi sulla narrativa femminile del Novecento, molto più rare invece sono le ricerche organiche e approfondite sul versante poetico. Questo ritardo della critica è riconducibile in parte alla difficoltà con la quale le stesse donne si sono cimentate con l'universo altamente formalizzato della poesia. A differenza della narrativa, che nella letteratura italiana è un genere letterario relativamente recente, il genere lirico vanta infatti una lunga e articolata tradizione nella quale il femminile è codificato come oggetto poetico, come musa ispiratrice, assai di rado riconosciuto come soggetto di discorso. Per una donna, incamminarsi lungo la strada della poesia è più difficile
- soprattutto ottenere un riconoscimento del proprio lavoro sembra essere più impegnativo che dedicarsi alla scrittura in prosa. La posizione dalla quale prende la parola dedicandosi alla poesia è infatti più ambigua e contraddittoria. Forse proprio in virtù delle difficoltà incontrate, i risultati raggiunti risultano particolarmente intensi e rilevanti».

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