sabato 20 maggio 2017

Giromondo poetico a Elmas

Curatori Roberto H. Concu e Angelica Piras per Equilibri

Inventare occasioni, chiamare a raccolta musici e poeti per "giullarate" in piazza, sono piccole, grandi sfide per un mondo senza pace.
Splende sotto brezza tesa il sorriso estivo del secondo sabato di maggio.
La piazza si distende troppo larga e disabitata intorno al capannello dei poeti
smarrito e un po' cancellato dall'ombra d'un grande albero. 
Spalle al sole ci si arrotonda intorno al cantautore e ci si sussurra reciprocamente una poesia
scritta da un Altro Poeta di un Altro Paese diverso dal nostro.
Da un bar vicino arrivano gli strappi di voce dei tifosi, 
dal cielo i rombi degli aerei di linea. 
Non ho preso nota né dei nomi né dei testi dei poeti scelti.
Ho letto a mia volta una poesia di un poeta grandissimo e poco noto, e per pochi minuti
l'aria ha preso il colore violaceo della neve sporca di tragedia.
Paul Celan 
ebreo ucraino di lingua tedesca simbolizza con la sua poesia 
l'esito inenarrabile di una guerra nella guerra contro popolazioni inermi e i suoi devastanti effetti
sull'animo e nella psiche del poeta stesso.  

Arricciati come a notte

Arricciati come a notte
 labbri dei fiori,
incrociati ed incastrati
i fusti d’abete,
ingrigito il muschio, smossa la pietra,
svegliati a interminabile volo
i corvi sopra il ghiacciaio:

questo è il paese dove ristanno
coloro che  sorprendemmo alle spalle:

essi all’ora non daranno un nome,
non conteranno i fiocchi
non seguiranno l’acque fino alla chiusa.-

Se ne stanno divisi nel mondo,
ognuno con la sua notte,
ognuno con la sua morte,
agri,la testa nuda, nella brina
di ciò ch’è remoto e vicino.

Essi pagano la colpa che animò l’origine,
la pagano ad una parola
che esiste a torto, quanto l’estate.

Una parola – tu sai:
un cadavere.

  Vogliamo lavarlo,
vogliamo pettinarlo,
vogliamo girare il suo occhio
verso il cielo.






Nessun commento:

Posta un commento