Donna speciale (Brano)
Sono
e non sono
quella
qualunque donna speciale
che
- come un'essenziale
smarrita e ritrovata
tessera
di puzzle -
s'incastona
a perfezione
nel
tuo quadro.
Per
te forse sarei
e
forse no - quella.
Ma
di certo questa sono
che
ti ha colto - mentre cerca -
a
cercare turbato quel tu -
senso
perduto della tua
contenta
immagine
riflessa
nello specchio del comò
della
tua camera nuziale
- ora deserta -
Era
quel tu - che non dici
scontato -
ma
ch'era buono e ch'era così poco
che
quasi tutto adesso pare
ché non c'è -
l'essere
stesso del fervido calore
attribuito
per torpidità
d'amore
alla casa,
al
buon cibo tenuto caldo
per
l'Ulisse che ancora sei
-
svagato e stanco per la corsa
dietro
a Nereidi e Ciclopi
privi
di mistero.
Era
lei il cono di luce
acceso
e in libera caduta
sulla
tovaglia usuale
e
sul tuo piatto solo.
E
quella lei - aspettandoti -
il
primigenio discorso
ritesseva
nella mente -
ma
a te davanti mancava
la
via delle parole.
E
per riscatto incrociava
-
muta – il tuo sguardo.
Ed
era la sua mano
-
tra una posata e un piatto -
tenera
e già antica
risaputa
non poco
nel
monito garbato
che
posava sulla tua spalla
leggera
e smemorata
il
presagio segreto d'un tumulto
che
- nell'assenza tua
da
un sole all'altro –
cresceva
indisturbato
nel
cuore del tuo lembo
di
creduta terraferma.
Lei - che
in quella terra
stando
quasi sola
più
sola viaggiava
verso
il nulla - in sé
portava
innescata
quella
miccia che forse
non
sapendo divinava.
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