CATTIVA INFINITA’
cattiva
infinità di
sbattimenti
d’imposte,
su sciacquio ineguale
d’acqua
fuggente
che scioglie –
raccoglie,
nel risucchio
d’un gorgo,
vane, taciute
voglie;
rombi – sibili
d’automi
domesticamente
selvaggi,
brontolii di
casseruole
con scoppiettii
di fiamma,
gorgogli di
solite pentole,
rumori di cocci
incrostati,
strofinii di
rudi posate
su fondi
ingobbiti di teglie,
scampanellate
irritanti,
sibilanti
messaggi,
stridenti
passaggi
dai toni
sommessi
agli scoppi di
voce
in frastuono
d’odori
tra gelidi
umori,
immediati
rossori,
subitanei
pallori,
vergogne
fissate
nel cibo sul
piatto
e, con esso,
ingoiate.
Un poema? Sì. Non vi si narrano gesta eroiche di personaggi calzati di coturni, né - tanto meno - si rappresentano intrecci e miracolosi amalgami del divino con l'umano. Chiamate a testimonianze impossibili, fugacemente, sono le divinità screditate delle religioni naturali ed effigiate su materiali plebei. La o le plebi tentano, per mio mezzo, occupare per sé qualche angolo dello spazio letterario classico, ridefinito a una misura più modesta. La storia ha lavorato in modo da creare dei tipi umani, me compresa, in modo che questi, pur nelle differenze di genere, di età , di temperamento e istruzione, risultano stranamente omogenei e dunque, intercambiabili nel sistema dei ruoli inscritti in e vincolati da la matrice storico sociale prodottasi. E i riti implicano, non solo la reiterazione dei fatti, ma l'intercambiabilità dei soggetti e il loro sottostare alla condizione sacrificale e alla fatalità. Una fatalità senza divinità e senza trascendenza, senza magie e senza attese palingenetiche, dove è però possibile incontrarsi con la difficile terrestrità dell'altro, tanto speculare alla propria, e libera - spero - dal lirismo di maniera".
RispondiElimina“Cattiva infinità” – citazione da Hegel usata come metafora per dire l’incapacità della finitudine di negare la sua paradossale pretesa di rappresentare l’assoluto. (bm)
RispondiEliminaCome rappresentare i luoghi deputati alla soggettività femminile, se non tramite gli imposti ruoli, la coscienza infelice, il sé conculcato, il senso di disistima e d'incolmabile solitudine?
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