
Un racconto che non conta
Trasmette senza dire
come cosa che si nega
come piega che non spiega
come cerchio che si chiude
come strada che preclude
come vena che si svena
come fiato che non sfiata
come vento che non sventa
come forma che si sforma
come credo che miscrede
come lama che lamenta
di soppiatto sordamente
come fede che si fonde
oppure fulmina all’impatto:
ecco un re che regge il moccolo
agli affari del governo
che cucina in pieno inverno
ribollita con il broccolo
per la gente col bernoccolo
di sventare l’ammennicolo
cucinato per il popolo
per serbare a lor signori
pesce e carni sugli allori.
Una legge un poco regge
all’impiego di lusinga
all’usura di paura:
chiama a guardia le alabarde
stocchi e spade longobarde.
Chiude e inchioda varchi e usci
a impedir che alcuno sgusci
dalla cima o dalla coda
dalla media e dalla moda.
Un drappello armato e forte
sta al recinto che recinge
il cortile della corte
per fermare sulle porte
l’invadenza della morte.
Ma la Moira se la ride –
un po’ nicchia con la nicchia-
un po’ impazza sulla massa -
alla lunga poi decide
che ogni lunga o corta sorte
sta nel braccio della morte.
Tanto vale che alla lesta
come fronda e come onda
si sommuova sommamente
e ai padreterni guasti la festa